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Gas, il tetto del prezzo non va? La Ue lo fa finto: in che mani siamo...

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Michele Zaccardi
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Alla fine la Commissione sembra essersi decisa: oggi presenterà la sua proposta per l'introduzione di un «tetto dinamico» e temporaneo al prezzo del gas. Attenzione però a non farsi prendere dall'entusiasmo. Oltre a non rispondere ai desiderata del'Italia, lo strumento che Bruxelles inserirà nel suo pacchetto di misure contro il caro energia non prevede un vero e proprio limite al prezzo. Si tratta piuttosto di un freno di emergenza da attivare nel caso in cui le quotazioni del metano dovessero registrare delle oscillazioni eccessive. Un paracadute, insomma, che, si legge nella bozza circolata ieri, servirà a «evitare un'eccessiva volatilità dei prezzi» e che avrà una durata massima di tre mesi. I paletti, però, sono molti, al punto da far dubitare che il tetto al prezzo possa mai essere attivato.

 

 


Affinché non ci siano ripercussioni negative, infatti, «la misura dovrebbe consentire scambi di gas fuori borsa, non pregiudicare la sicurezza dell'approvvigionamento di gas dell'Ue e i flussi intra-Ue, non comportare un aumento del consumo». Certo, si tratta pur sempre di una soluzione di compromesso tra le diverse posizioni, con la Germania e l'Olanda fortemente contrarie a qualunque forma di calmiere dei prezzi e l'Italia a capeggiare la fila dei Paesi favorevoli alla sua introduzione, tra cui Belgio e Grecia. Eppure, ci si aspettava qualcosa di più. Oltre a questo, nella bozza viene previsto anche un meccanismo per limitare le oscillazioni giornaliere del prezzo del gas e l'impegno a elaborare un nuovo parametro di riferimento per il Gnl (il metano liquido), probabilmente collegato alle quotazioni del Jkm, il mercato asiatico.

 

 


Tra gli altri interventi che finiranno nel testo che Bruxelles presenterà oggi, e che sarà discusso dal Consiglio dei ministri dell'Energia il 25 ottobre, ci sono un'ulteriore stretta dei consumi e un rafforzamento della «piattaforma» Ue per gli acquisti comuni di gas. Sul fronte dei risparmi, la Commissione starebbe pensando di dichiarare lo stato di «allerta Ue» in modo da rendere obbligatorio il taglio del 15% dei consumi a livello comunitario. Nella bozza si prevede poi la possibilità di imporre agli Stati membri l'acquisto congiunto del 15% del gas che deve essere destinato agli stoccaggi(13,5 miliardi di metri cubi per l'intera Ue). Un modo per tentare di mettere in sicurezza l'inverno 2023-2024 quando, con il ritorno massiccio della Cina sui mercati di gas naturale liquefatto, la competizione internazionale si farà più aspra.

C'è poi anche un meccanismo di solidarietà tra i Paesi membri nel caso in cui qualcuno rimanesse a secco con le forniture. Ieri è circolata anche la bozza delle conclusioni del Consiglio Ue del 20 e 21, dalla quale è emersa una visione in linea con quanto proporrà la Commissione. Stando al testo, che potrebbe venire modificato nei prossimi giorni, i leader europei chiedono a Bruxelles di mandare in pensione il Ttf di Amsterdam, per sostituirlo con un nuovo parametro. Una riforma che richiederà tempo. Nel frattempo, il Consiglio dovrebbe proporre l'introduzione di un «corridoio dinamico», simile al tetto farlocco previsto nella bozza della Commissione.

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