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Ue, 22 mila euro a migrante? La svolta che può cambiare tutto per l'Italia

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Ventidue mila euro per ogni migrante non ricollocato. È una stima, ipotesi non ufficiale, su cui sta lavorando la Commissione europea per mettere d’accordo gli Stati sul meccanismo di solidarietà obbligatoria. Nella sostanza, i Paesi - con il nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo - dovranno dare disponibilità ai ricollocamenti dei migranti arrivati alle frontiere esterne dell’Unione europea, in caso di emergenza dichiarata dalla Commissione. Non sono obbligatori ma in caso di rifiuto dovranno contribuire o favorendo i rimpatri dei non ammissibili per l’asilo oppure pagando una parte dei costi per l’accoglienza, ossia appunto 22 mila euro a migrante.

Una proposta che viene respinta in particolare dal gruppo Visegrad (dalla Polonia all’Ungheria fino alla Repubblica ceca) e non trova convinti alcuni Paesi del Mediterraneo, mentre il nostro governo sarebbe favorevole. "È una sottostima in realtà su cui si dovrà discutere, nulla è stato deciso", spiega all’Agi una fonte diplomatica europea. "L’obiettivo è trovare l’equilibrio: non dev’essere un’ammenda ma nemmeno una cifra talmente bassa da assolvere i Paesi dalla redistribuzione", spiega.

Nei giorni scorsi la Polonia si era lamentata con la Commissione perché sostiene che per ogni rifugiato ucraino accolto vengono ricevuti 200 euro di fondi europei ma rischia di pagarne 22 mila per ogni migrante respinto. Il dossier verrà affronto alla riunione dei ministri degli Interni l’8 giugno a Lussemburgo. 

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