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Bce, Christine Lagarde: "Previsioni sull'inflazione? Non siamo in grado"

Benedetta Vitetta
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Già da mesi sono molti quelli che continuano a ripetere che la Bce sull’inflazione stia navigando nel buio. Seguendo pedissequante gli Stati Uniti sebbene la causa del carovita abbia origini completamente diverse. E probabilmente i vertici della Banca Centrale Europea avrebbero dovuto puntare su soluzioni diverse da quelle portate avanti negli States. Ma ieri, un po’ a sorpresa, è stata la stessa presidente dell’Eurotower, Cristine Lagarde, a confessare di non essere in grado di fare previsioni né sul breve né sul medio termine. «Siamo stati la prima Banca Centrale ad ammettere di non poter prevedere sempre quello che può accadere, soprattutto in un contesto di grande incertezza. Anche importanti economisti si sono sbagliati. I nostri modelli non sono sufficienti però, per cui utilizziamo l’inflazione di base, più empirica e più precisa per apprezzare la velocità con cui la nostra politica monetaria si ripercuote nell’economia reale e dunque sull’inflazione. Non siamo in grado di fare previsioni perfette» ha affermato la presidente durante l’audizione alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo.

 

 


Per il momento l’inflazione rimane ancora alta «e non sembra aver raggiunto il picco» ha aggiunto il numero uno della Bce che, però, ha anche sottolineato che che si cominciano «ad intravedere i primi effetti della politica monetaria attuata dall’Eurotower. Le nostre decisioni future assicureranno che i tassi ufficiali saranno portati a livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un tempestivo ritorno dell'inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2% e saranno mantenuti a quei livelli per tutto il tempo necessario. Sempre ieri Lagarde ha ribadito che la Bce «a partire dal mese di luglio» prevede di interrompere i reinvestimenti nell’ambito del programma di acquisto di attività (App). In più nei desiderata della presidente c’è anche il fatto che le banche trasmettano «appieno la politica monetaria. Non solo per quanto riguarda il credito che erogano alle famiglie e alle aziende, ma anche sui depositi che ricevono da famiglie e aziende. Tutti i depositi».

 

 

L’audizione al Parlamento europeo è stata anche l’occasione per invitare ancora una volta i governi a «ritirare le misure di sostegno» dato il calo dei costi dell’energia, in modo da evitare di aumentare «le pressioni inflazionistiche nel medio termine che richiederebbero una risposta di politica monetaria più energica« ha affermato Lagarde, che ha poi parlato pure della riforma del Patto di Stabilità, augurandosi che «si possa raggiungere un accordo prima della fine del 2023, in tempo per la preparazione dei bilanci per l’esercizio 2024 in modo che gli Stati membri sappiano come comportarsi e non siano in un limbo». 

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