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Von der Leyen e Meloni, Le Monde: "l'Italia si sta riposizionando in Africa"

Alessandro Gonzato
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Parafrasiamo la storica sigla di “Quelli che il calcio”. Jannacci ci perdonerà. Quelli che l’Italia dei fascisti finirà isolata, oh yeah; Quelli che col governo Meloni l’Europa ci scarica e saltiamo per aria, oh yeah; Quelli che è inutile fare accordi con la Tunisia sui migranti perché non contiamo niente, oh yeah.

Poi invece scopri- quanto rosicano Pd e grillini, oh yea - che la presidente della Commissione Ue ormai qui è di casa, la settimana scorsa a Forlì e domani a Roma (ci arriviamo); ti accorgi che la premier è stata inserita da Forbes e altre riviste internazionali tra le persone più influenti del mondo (anche da chi l’anno prima l’aveva ritratta in camicia nera); e vedi che il Patto Europa-Tunisi patrocinato dal «governo delle destre» ha funzionato, lo dicono i numeri e l’ha detto perfino il commissario Ue agli Interni, Ylva Johansson, una che quando può ci randella che è un piacere.

 

 

 

E però stavolta non può: «Dal primo ottobre le partenze irregolari dalla Tunisia sono scese dell’80-90 per cento», ha dovuto ammettere la socialdemocratica svedese. L’agenzia europea di guardia costiera Frontex ha comunicato che nel 2023 i rimpatri dei clandestini sono saliti del 58 per cento rispetto al 2022, e i dati del ministero dell’Interno per chiudere il cerchio - certificano che dal primo gennaio a oggi gli sbarchi sono diminuiti di un terzo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (1.303 contro 4.453). L’accordo con la Tunisia verrà replicato a breve con l’Egitto.

Domani, dicevamo, Usrula von der Leyen arriverà a Roma (cena organizzata da Sergio Mattarella al Quirinale), e lunedì sarà a fianco della Meloni al vertice Italia-Africa. Tema centrale, migrazioni e sviluppo del Continente nero, per aiutarlo e frenare le migrazioni di massa. La presidente della Commissione europea era stata a Lampedusa a settembre. Poi- situazione diversa- era già stata in Emilia-Romagna la scorsa primavera nelle zone alluvionate. L’asse con la Meloni è sempre più saldo e questo potrebbe giovare a entrambe: all’Italia per entrare sempre di più nella sala dei bottoni, e sembra passata una vita da quando Dem e 5Stelle andavano in Belgio col cappello in mano; a Ursula per ottenere un nuovo mandato in un’Europa che di certo, lo evidenziano tutti i sondaggi, guarderà molto più a destra di oggi.

 

 

 

Torniamo alle migrazioni e all’Africa. In un articolo sul Piano Mattei il quotidiano francese Le Monde scrive che la strategia «verrà svelata questo fine settimana a Roma durante l’incontro a cui parteciperanno 26 capi di Stato e di governo africani». «Per Giorgia Meloni l’Africa è più di una priorità, è una vocazione», si legge nel pezzo. «Contrariamente alla Francia, che sta indietreggiando sul continente, Roma si posiziona come fondatrice delle relazioni euro-africane». E ancora: «Vista la posizione geografica e in base al quadro politico, l’Italia è predisposta a diventare un ponte tra i continenti». Intanto ieri pomeriggio la premier ha parlato al telefono col presidente algerino Abdelmadjid Tebboune e con il collega egiziano Abdelfattah al-Sisi. I due colloqui, ha spiegato in una nota Palazzo Chigi - «sono stati l’occasione per uno scambio di idee sul rilancio delle relazioni dell’Italia col continente africano e sullo sviluppo del Piano Mattei. Le telefonate», prosegue il testo, «hanno anche consentito di approfondire alcuni temi bilaterali e di intrattenere uno scambio sulle ultime evoluzioni delle crisi nella regione medio-orientale. I due leader», conclude la nota, «hanno espresso l’auspicio di poter aver presto un’occasione di incontro col presidente Meloni». Quelli che sono costretti a trovare altri argomenti per attaccare la Meloni, oh yeah...

 

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