La Bulgaria sempre più vicina all'ingresso nell'Eurozona. È stata infatti dichiarata "inammissibile" la proposta del presidente bulgaro di ritardare - mediante referendum - l’introduzione dell’euro a poche settimane dal possibile via libera dell’Unione europea all’ingresso previsto per il 1°gennaio 2026. Il premier bulgaro Rosen Željazkov aveva accusato il presidente Rumen Radev di "strumentalizzare la questione dell’euro per promuovere un proprio futuro progetto politico". E ancora: "Questa posizione conferma tutte le azioni intraprese dall’esecutivo e dalla Banca nazionale bulgara a sostegno delle misure volte a raggiungere le condizioni per l’effettiva introduzione dell’euro a partire dal 1° gennaio 2026 con tutti i meccanismi di protezione per la società bulgara".
Dal canto suo Radev ha parlato di "timore del voto dei cittadini bulgari" da parte della maggioranza in Parlamento che ha così "calpestato la Costituzione e le leggi servendosi del presidente dell’Assemblea nazionale". A suo dire "la maggioranza parlamentare si sta muovendo verso l’Eurozona, ma sta allontanando la Bulgaria dall’Europa della democrazia e dello Stato di diritto". Parole che arrivano a pochi giorni dalla valutazione positiva ricevuta dalla Commissione europea.
Regno Unito, l'accordo che lo riavvicina all'Europa
L’accordo di ieri alla Lancaster House se forse non può definirsi storico rappresenta certamente una svolta...Quest'ultima ha informato Sofia di aver ricevuto una valutazione positiva sul suo piano strutturale di bilancio a medio termine per il periodo 2025-2028. La valutazione finale sulla preparazione della Bulgaria all’adozione della moneta unica spetta comunque alla Commissione europea e alla Bce (le relazioni sullo sviluppo economico del paese dovrebbero essere pronte il 4 giugno). Insomma, Sofia è a un passo dall'accantonare la valuta ufficiale del lev e adottare l’euro, completando il processo europeo iniziato nel 2007 con l’approdo nell’Ue.