La nuova ondata di sanzioni Ue alla Russia

Nel mirino di Bruxelles il petrolio e la flotta fantasma di Mosca. Londra allunga la sua lista nera con altre spie
di Carlo Nicolatosabato 19 luglio 2025
La nuova ondata di sanzioni Ue alla Russia
3' di lettura

Dopo mesi di tira e molla l’Unione Europea ha finalmente adottato il 18esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca, in cui la parte più importante è rappresentata da un nuovo tetto al ribasso sul prezzo del petrolio. Inizialmente si era pensato di portare semplicemente il prezzo da 60 a 45 dollari al barile, ma infine è stato deciso di introdurre una sorta di meccanismo dinamico che fisserà il prezzo al quale potrà essere venduto il petrolio a Paesi terzi, con uno sconto del 15% rispetto al prezzo medio di mercato. Siccome il prezzo dell’Urals, marchio di riferimento utilizzato come benchmark per le esportazioni di petrolio russo, è attualmente fissato a 60 dollari, è lecito pensare che il nuovo prezzo massimo sarà di 47,6 dollari al barile, ma non è chiaro in quale modo tale sistema sia preferibile a un tetto fisso e come garantisca una maggiore affidabilità, visto che il precedente price cap è stato ampiamente aggirato da Mosca.

A tale proposito l’Ue ha inserito altre 105 navi nella lista dei natanti considerati parte della “flotta ombra”, che Mosca utilizza per aggirare il blocco: a queste sarà proibito attraccare nei porti dell’Ue e fare trasferimenti da nave a nave. Il numero totale delle petroliere in questa lista è salito a circa 400, con tre navi giapponesi che sono state tolte.

ORO NERO E BANCHE

Relativamente al petrolio e altri prodotti energetici in generale il nuovo pacchetto di sanzioni introduce anche un nuovo divieto di “transazioni” correlate ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, che include la fornitura di beni e servizi, cosa che comporta l’impossibilità di completare, manutenere e utilizzare i due gasdotti che collegano direttamente la Russia e la Germania. Tali gasdotti sono inattivi dal 26 settembre 2022, da quando hanno subito un sabotaggio nei pressi dell’isola danese di Bornholm, nel Baltico, ufficialmente ad opera di ignoti, anche se alcune prove indicano responsabilità ucraine.

Il pacchetto ha individuato inoltre 26 nuovi bersagli da sanzionare, 11 dei quali si trovano in Paesi terzi diversi dalla Russia, 7 in Cina e 4 in Turchia, ritenuti coinvolti nell’elusione delle sanzioni europee o che in qualche modo forniscono supporto al complesso militare-industriale russo. I nuovi provvedimenti riguardano anche il divieto di accesso a Swift, applicato ad alcune istituzioni finanziarie, che è diventato da ieri un «divieto completo di transazioni», mentre altre 22 banche russe sono state aggiunte alla lista degli istituti tagliati fuori dal servizio di messaggistica. Ci sono infine nuovi divieti di esportazione per limitare l’accesso della Russia a tecnologie a duplice uso, comprese le macchine a controllo numerico utilizzate nel sistema militare-industriale, nonché l’estensione del divieto di transito per alcuni prodotti critici utilizzati per l’edilizia e il trasporto.

A DOPPIO TAGLIO

Anche Londra ha varato un nuovo pacchetto di sanzioni, che riguarda in questo caso i servizi segreti militari del Gru. Si tratta in particolare tre unità e 18 ufficiali, compresi quelli che sarebbero stati coinvolti in attacchi mirati contro Mariupol durante la guerra in Ucraina e nello spionaggio dell’ex agente Sergei Skripal e di sua figlia Yulia prima che fossero vittime di un avvelenamento con Novichok nel 2018. «Le spie del Gru stanno conducendo una campagna per destabilizzare l’Europa, minare la sovranità dell’Ucraina e minacciare la sicurezza dei cittadini britannici», ha dichiarato il ministro degli Esteri David Lammy. Secondo la neopremier ucraina Yulia Svyrydenko le sanzioni avvicinano la fine della guerra, ma c’è ancora molto da fare. «Accogliamo con favore l’ultimo pacchetto di sanzioni dell'Unione Europea - ha detto e siamo grati a tutti coloro che lo hanno reso possibile. Prendendo di mira le navi, le banche e le reti che sostengono la guerra della Russia, questo pacchetto rafforza la pressione dove serve». Da parte sua invece Mosca ha minimizzato sostenendo che ormai la Russia «ha acquisito una certa immunità dalle sanzioni». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Peskov secondo cui le sanzioni sono «un’arma a doppio taglio» che colpisce anche chi le emette.

Lo stesso Peskov ha poi affermato che il Cremlino considera «un segnale positivo» le parole di Volodymyr Zelensky secondo cui il processo negoziale necessita di maggiore slancio: «Siamo assolutamente d’accordo. Anche noi siamo favorevoli a rendere più dinamico il processo negoziale», ha detto in tono ironico, tornando però in fretta a quelli minacciosi quando ha ricordato che qualsiasi struttura militare occidentale sul territorio dell’Ucraina rappresenta un «obiettivo legittimo» per l’esercito russo.

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