Un amplesso con Amanda Lear, in camerino. Il bastone del comando, a letto, ce l'hanno sempre le donne e per sostenere la sua tesi Vittorio Sgarbi ricorre sul Giorno a un piccantissimo aneddoto personale. C'è una grossa differenza tra stupro e molestia sessuale, spiega il critico d'arte a proposito del caso Weinstein, e storicamente quello che oggi viene spesso considerato un abuso dell'uomo sulla donna è sempre rientrato nel "gioco delle parti", il complicato equilibrio tra insistenza e resistenza. La donna ha sempre il potere di dire no e solo se l'uomo se ne infischia scatta davvero la molestia, se non la violenza vera e propria. Ogni altro atteggiamento è dettato da piacere o convenienza. "Ed è sempre stato così, fino al limite, stabilito dalla donna, del punto di cedimento: quando ti dà accesso, anche solo manuale, alle sue parti intime", filosofeggia Sgarbi, per poi farsi ben più prosaico e carnale: "A me capitò con Amanda Lear, fino a convincermi di ritenerla psicologicamente un uomo perché, per la prima volta nella mia vita, venuta nel mio camerino, dopo uno spettacolo, prima che io iniziassi l'azione di sfondamento, baciandola, poi iniziando a carezzarla, mentre convenzionalmente si sarebbe dovuta ritrarre, fu lei a precedermi, con lo schema tipicamente maschile, toccandomi i genitali, come mai mi era accaduto. Fu lei a prendere l'iniziativa manuale. Accadde quasi trent'anni fa".
