L'imprenditore Marinelli: "Vi racconto il primo incontro Berlusconi-Renzi"

di Matteo Legnanidomenica 10 agosto 2014
L'imprenditore Marinelli: "Vi racconto il primo incontro Berlusconi-Renzi"
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Ha 61 anni, è fiorentino e fa l'imprenditore.ha lavorato negli Stati Uniti e in Arabia Saudita e in Italia è stato per due volte negli anni '90 amministratore delegato di Frette, il famoso marchio di biancheria di lusso per la casa. Enrico Marinelli è il "padre" del Patto del Nazareno. Nel senso che fu lui, quattro anni fa, ad organizzare il primo faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Matteo renzi. Un incontro che fece notizia, perchè Renzi era già uno dei nomi rampanti del Pd e perchè l'incontro avvenne nella "tana del lupo", la villa di Arcore. Ma che fu certo di basso profilo, rispetto ai tre incontri successivi tra i due, visto che allora Renzi era "solo" il sindaco di Firenze. Di quel meeting si sono dette diverse cose sull'affinità che i due politici scoprirono da subito l'uno dell'altro. Tanto che, come rivela oggi Marinelli sul Corriere della Sera, "il Dottore (cioè Berlusconi, ndr) ci aveva dedicato quarantacinque minuti e alla fine siamo rimasti lì tre ore". Quello che Marinelli rivela è che a quella prima riunione, il 6 dicembre 2010, c'erano anche i figli "piccoli" del Cavaliere, quelli avuti da Veronica Lario: Barbara, Eleonora e Luigi. E che si parlò di Firenze, delle sue bellezze artistiche e tanto anche di calcio (giocato, non di della Valle): Milan e Fiorentina, con battute su "Allegri (che allora era il tecnico rossonero) comunista". Insieme al sindaco di Firenze, oltre a Marinelli, c'era anche il fido consigliere Luca Lotti. Loro tre, i toscani, tutti in giacca e cravatta. Berlusconi in pullover. Silvio e Matteo si diedero subito del "tu", racconta Marinelli, a pranzo venne servito un menù tricolore con piatti bianchi, rossi e verdi: un risottino, un'insalata. Poi l'imprenditore toscano rivela che Renzi, a quell'incontro con l'allora premier, ci andò con un preciso intento: chiedere soldi a Berlusconi per la sua Firenze, nella forma di una tassa di soggiorno cui il sindaco pensava da tempo per rimpolpare le casse di Palazzo Vecchio. Cosa che di lì a breve Berlusconi rese possibile tramite un apposito debcreto. Alla fine, Berlusconi accompagnò gli ospiti alla porta "molto affettuosamente. 'Ci dobbiamo rivedere'" disse. Come sono andate poi le cose è l'ennesima prova che il Cavaliere è un uomo di parola.