Il Fatto Quotidiano sconfessa se stesso. Prima ospita un blog di Giacomo Zucco leader del Tea Party italiano, poi con un articolo pubblicato sul quotidiano chiede l'arresto proprio degli iscritti al Tea Party. Un cortocircuito, quello del quotidiano travaglino, che non è sfuggito a L'Intraprendente di Giovanni Sallusti, che sul suo quotidiano online sottolinea l'incoerenza di Travaglio&Co: "Il giornale di Travaglio pubblica un pezzo che invoca il carcere per chi fa parte dell'"associazione a delinquere" del Tea Party. Come il portavoce Giacomo Zucco, che ha un blog sul loro sito. Ora lo consegneranno ai carabinieri?". Insomma a quanto pare nella redazione del Fatto hanno le idee confuse. A scatenare il fuoco sui Tea Party è Bruno Tinti, già magistrato, e poi penna impegnata nella causa manettara. Tinti sul Fatto parla del Tea Party come un movimento "da incriminare", da delinquenti che "ci vuole poco a mettere in prigione". A scatenare la furia di Tinti è stata lo sciopero fiscale invocato proprio dal Tea Party. Peccato però che proprio sul Fattoquotidiano.it scriva il leader del movimento italiano, Giacomo Zucco. Travaglio deve decidere se sta con i manettari o con chi combatte politicamente lo strapotere del Fisco.