Un sms poco elegante: "Sei una mer... Ci vediamo in tribunale". Così Nunzia De Giorlamo, il ministro nel mirino, a Clemente Mastella, "colpevole" di aver affermato che nell'affaire intercettazioni la bella Nunzia aveva goduto di un trattamento particolarmente favorevole. "Io sarei già stato arrestato", disse Clemente. Una considerazione che non è piaciuta affatto alla titolare delle Politiche Agricole, che ha scaldato i polpastrelli e scritto il già citato messaggino all'uomo di Ceppaloni, promettendogli di incrociare le spade davanti a una toga. De Girolamo si è poi scusata per quella frase, così Mastella ha ammorbidito le sue posizioni, ma non completamente. Già, perché Clemente, infatti, vuole rendere pan per focaccia e trascinare Nunzia in tribunale. "Sono Clemente di nome e di fatto - ha spiegato Mastella -. Non sporgerò querela nei confronti di Nunzia De Girolamo per le gravi ingiurie. Intendo, lontano da ogni tentazione di personale soddisfazione, trarre il bene per gli altri". In che modo? Con una causa civile, e non penale. E Mastella ha già dato mandato al suo legale di devolvere quanto eventualmente incasserà dalla causa civile in favore dei bambini abbandonati.