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'Compost label' per la grande distribuzione, a km zero e amiche dell'ambiente

domenica 16 marzo 2014
'Compost label' per la grande distribuzione, a km zero e amiche dell'ambiente

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Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - E' il reparto ortofrutta della Gdo il luogo in cui si consuma una grande quantità di sacchetti di plastica sui quali, in più, viene apposta un'etichetta adesiva termica (quella con il prezzo e il peso) che, proprio come accade per gli scontrini, non può essere conferita nella carta. La soluzione c'è, sono i sacchetti biodegradabili e compostabili e soprattutto le etichette 'green', le 'compost label'. Oltre ad essere compostabili e biodegradabili, sono anche a km zero perché tutte le fasi, dalla lavorazione della materia prima (il Mater-Bi, poliestere con amido di mais) alla stampa, si svolgono in Umbria grazie a un gruppo di imprese che hanno deciso di mettersi in rete per dare vita a questo progetto. La rete si chiama Gpt (Gruppo Poligrafico Tiberino) e di questa fa parte la Polycart Spa che ormai da 20 anni ha affiancato la produzione di imballaggi flessibili in materie plastiche tradizionali ai materiali biodegradabili e compostabili per la Gdo. "Nel 1995, abbiamo scelto di lavorare sui nuovi materiali per crearci un futuro in un settore che era ancora tutto da esplorare - spiega all'Adnkronos Luca Bianconi, amministratore della Polycart - ma abbiamo anche deciso di non fossilizzarci su una sola tipologia di prodotto, così oggi realizziamo dagli shopper alle etichette, dagli imballaggi per la carta igienica ai pannolini". Nel 2009 prende il via il progetto delle 'compost label' insieme con il network Gpt (che è partecipato al 51% da una spin off del Dipartimento industriale e ingegneria dell'Università di Perugia) e nasce così questa etichetta dal cuore verde e a km zero: la materia prima viene dallo stabilimento Novamont di Terni, la fase di estrusione (cioè la trasformazione del granulato in film) nella Polycart ad Assisi, la stampa e la lavorazione delle etichette nel distretto della cartotecnica a Città di Castello. "I risultati finora ottenuti ci spronano ad andare avanti e stiamo lavorando per aumentare la rinnovabilità del prodotto", ma soprattutto in cantiere c'è l'ambizioso progetto per la creazione di "prodotti compostabili a livello domestico", aggiunge Bianconi.