Mezzo pieno o mezzo vuoto, il bicchiere del Milan dopo il 2-2 di Empoli ha comunque un sapore amaro. I numeri parlano della miglior partenza da 5 anni: 7 punti in 360’ come nel 2009/10. Solo il Milan obbligato a rimontare la penalizzazione di Calciopoli fece meglio con 3 vittorie e un pari. La cronaca racconta invece di una squadra messa a nudo dalla Juve e dalla trasferta in Toscana. I problemi difensivi restano lì: Bonera in crisi, De Sciglio fuori forma, se non altro Alex è vicino al rientro. Pure i calci piazzati son tornati un incubo. La pochezza del centrocampo in attesa di Montolivo è evidente. Doveva rimediare Van Ginkel e invece s’è arreso a una brutta distorsione alla caviglia destra: si teme un mese di stop. Capitolo a parte per l’attacco. E non potrebbe essere altrimenti con un allenatore dal pedigree di Pippo. Torres non è quello di Madrid ma può fare disastri in Serie A, Honda e Menez volano in classifica cannonieri, Bonaventura è il jolly in attesa di El Shaarawy. Proprio da qui potrebbe ripartire Inzaghi, dal 4-2-3-1 che ha raddrizzato il Diavolo irroconoscibile per 60’ a Empoli. Un rischio enorme per accontentare i desideri di patron Berlusconi - la vera sfida per Inzaghi - un modulo considerato ingestibile ai tempi di Seedorf, ma la scelta più logica al momento. L’entusiasmo dei primi due turni sembra svanito, ora deve subentrare la concretezza e la gestione societaria: il Milan non era da scudetto prima e non è da buttare adesso. Il solito discorso del bicchiere a metà, bisogna solo deciderne il sapore. (F.Per.)
