Ieri in prima pagina abbiamo suggerito di rifondare il centrodestra, aprendo porte e finestre di stanze che sono rimaste chiuse troppo a lungo. Servono facce e idee nuove, perché senza quelle gli elettori moderati invece di recarsi ai seggi preferiscono restarsene a casa e quando proprio si decidono a mettere la scheda nell’urna lo fanno contro voglia e a volte per qualcun altro. L’invito ha suscitato la reazione di molti lettori, i quali ci hanno scritto dicendo la loro, sia a proposito delle persone che dovrebbero rappresentare il cambiamento, sia per quanto riguarda le cose da fare. Le lettere le trovate nelle pagine interne, ovviamente una parte, perché non tutte siamo riusciti a stamparle nell’edizione odierna: va da sé che la pubblicazione proseguirà domani. Tuttavia, prima di dare conto delle opinioni dei padroni di Libero, cioè di voi lettori, ci sia permessa un’ulteriore riflessione. Ovviamente in redazione abbiamo discusso a lungo del fiasco di domenica e più che andare a caccia di colpevoli ci siamo concentrati sulla ricerca dei possibili salvatori, cioè su chi sia in grado di risollevare il centrodestra. Certo Berlusconi è Berlusconi e da solo vale ancora più del 16 per cento: il problema dunque non è come dargli il benservito con un altro che lo rimpiazzi, ma come affiancargli qualcuno che al 16-17 per cento di consensi da lui conservato sappia aggiungerne altri. Serve un Renzi di destra, come qualcuno ha scritto? Forse. Di sicuro serve qualche bravo amministratore locale che sappia parlare di futuro e non solo del passato. Di gente seria ce n’è anche a destra, prova ne sia che nel disastro generale, qualche sindaco non si è fatto asfaltare dai renzini e anche nei comuni più rossi d’Italia è riuscito a trionfare. Un esempio? Il primo cittadino di Montefalco, piccolo comune umbro: il Pd alle Europee ha dilagato, ma in municipio Donatella Tesei è stata riconfermata nonostante fosse di centrodestra. Ecco, a Forza Italia, al Ncd e a Fratelli d’Italia servono persone così, cioè signore e signori che la poltrona di sindaco o di amministratore se la sono guadagnata perché stimati, non perché gliel’ha regalata il capo. Di nominati ne abbiamo fin troppi, mancano quelli che i voti li conquistano da soli e non se li vedono dati in dono. Clicca qui e leggi l'editoriale di Belpietro in versione Pdf