"Perché mio fratello è stato ucciso? Perché gli hanno sparato al cuore? Potevano sparargli altrove, i poliziotti avevano una pistola e lui un coltello. Mi diano una risposta, deve essere fatta chiarezza" non ci sta la sorella, che ha da ridire sulla versione ufficiale della Questura. La sorella insiste: "Un ragazzo veramente d’oro ed un bravissimo zio che si prodigava con i miei figli di tre anni e mezzo e sei anni". Ma su di lui pesa più di ogni altra l’ombra della depressione: "Due anni fa era morta la compagna con la quale stava insieme da 17 anni, con cui avevano vissuto anche all'estero, a Madeira. Quella morte, dovuta ad una malattia, lo aveva gettato in uno stato di depressione senza fine" dicono i vicini di casa. "Penso facesse uso di tranquillanti, era triste e da allora non si era più ripreso" gli fa eco un'altro condomino. Il profilo - Ma chi era veramente Federico Leonelli? Pantaloni militari, anfibi, cintura di cuoio e occhiali a proteggersi, forse, dagli schizzi di sangue della vittima: chi ha visto uscire il killer dell'Eur difficilmente ha potuto credere ai proprio occhi, una scena apocalittica, da film dell'orrore, peggiorata poi negli instanti successivi dagli spari della polizia. Alto e muscoloso, il killer, al di là di quel che si dice, era una persona estremamente sola. Il padre, ex colonnello della Guardia di Finanza in pensione aveva abbandonato la madre, ex-insegnante alla Cesare Battisti, alla Garbatella, molti anni fa. La stessa madre che oggi è su una sedia a rotelle, continuamente assistita da una badante, e che ancora non sa ancora, che il figlio è morto.
