"Dimissioni e malattia riscrivono il senso di una sconfitta". Questo il titolo strillato dall'Huffington Post di Lucia Annunziata. Sottotitolo: "Il gesto di Fassina e il dramma di Bersani danno dignità a un gruppo dirigente uscito male dalle primarie". Per primo, il dubbio: in che senso un'ischemia, quella di Bersani, può dare "senso a una sconfitta"? Difficile dirlo, anche leggendo il lungo articolo firmato da Angela Mauro, una riflessione sulle dimissioni di Stefano Fassina in polemica con Matteo Renzi e sul futuro del Pd. Una lunga riflessione che però poco ha a che fare con il titolo. Tanto che l'articolo stesso viene introdotto da un paragrafo in corsivo (da attribuire all'articolista? Oppure no?), una sorta di "nota metodologica", che premette: "Le dimissioni di Stefano Fassina da viceministro del governo Letta, il dramma di Pierluigi Bersani, sottoposto d'urgenza ad un'operazione chirurgica per emorragia cerebrale. Due eventi evidentemente scollegati tra loro che il fato ha messo insieme, catapultandoli sulla scena politica nel giro di 24 ore. Quando due contingenze, inattese, possono ridare dignità ad una sconfitta politica, quella subita alla primarie...". Le fazioni - Scorrendo il resto dell'articolo, però, non è impresa semplice isolare questa "dignità" ritrovata dopo la sconfitta alle primarie. L'assunto di base è che "la minoranza Pd che fa capo a Gianni Cuperlo, a meno di un mese dalle primarie, è già spaccata non solo sul leader ma anche sulla linea politica". Pacifico: governisti contro chi invece governista lo è in misura minore. Dopo diverse righe di analisi, si conclude: "Le dimissioni del governo Letta sono dunque per Fassina un modo per riprovarci, con una linea deciasamente più governista di quella di Renzi, Cuperlo e Orfini". E Bersani, che c'entra? Dell'ex segretario, nell'articolo, si parla ricordando la sua linea più conciliante con Enrico Letta e le larghe intese, proprio come quella di Fassina, proprio come quella del ministro Flavio Zanonato, due "bersaniani doc". Si spiega poi che nel partito sta per iniziare un "acceso dibattito sulla linea da tenere: "con i Giovani Turchi e il presidente Pd più vicini alle scelte 'battagliere' e magari spericolate del sindaco-segretario e i bersaniani schierati invece a tutela del governo, anche in virtù di quel patto siglato dal leader Pierluigi con Letta a novembre scorso". Quale dignità? - "Insomma - prosegue il testo -, è come se si stesse riproponendo l'eterno duello tra D'Alema e Bersani, pur con entrambi i leader nell'ombra, il primo per scelta, il secondo per infausta sorte". Le due fazioni che si stanno per scontrare, appunto, saranno quella composta da Giovani Turchi e Cuperlo e quella dei bersaniani. Una lunga analisi che, però, non ci chiarisce nemmeno un po' perché la malattia di Bersani dovrebbe ridare "senso" e "dignità" alla sconfitta subìta dall'ala più a sinistra del partito alle recenti primarie. Il sospetto è che quella del titolo dell'Huffington Post sia una pura operazione di sciacallaggio. Se il gesto di Fassina dà "senso" alla sconfitta della sua corrente perché è un atto di "ribellione", una netta rivendicazione di indipendenza rispetto alla linea di Renzi, non si capisce quale "dignità" politica discenda dalla malattia di Bersani. Il sospetto, appunto, è che l'Huffington Post ci voglia suggerire che l'ictus di Pier Luigi, proprio come il gesto di Fassina, ha avuto l'effetto di riaccendere i riflettori su una fazione oggi minoritaria nel partito. "Due eventi evidentemente scollegati tra loro che il fato ha messo insieme...". Ma un evento è politico, mentre l'altro è tanto tragico quanto umano. E il titolo dell'Huffington Post di Lucia Annunziata, di umano, ha ben poco: un ictus è in grado di "ridare dignità" a una sconfitta?