Una bufera mediatica ha travolto il canale tematico Real Time. A scatenare le polemiche, è stata l'insolita ambientazione scelta per il nuovo reality trasmesso dalla rete televisiva. Salotti principeschi, banchetti sontuosi e canti neomelodici: Il boss delle cerimonie va in onda da un castello situato nella periferia vesuviana e immerso in 40 mila ettari di giardini e palme. Il padrone di casa è Don Antonio Polese, re indiscusso delle nozze in puro stile stile trash. La messa in onda delle prime due puntate è bastata a scatenare le ire di alcuni telespettatori, offesi per quella che hanno giudicato come una stereotipizzazione della napoletanità. Sui social network, alcuni utenti sonno arrivati a proporre un boicottaggio del programma, colpevole di fare troppi riferimenti al mondo dei boss. Non ha tardato ad arrivare la replica degli autori: "Nessuna presa in giro, solo folklore" L'intervento della politica - La questione ha presto assunto una connotazione politica e due parlamentari di Sel, Gennaro Migliore e Arturo Scotto, hanno posto un'interrogazione parlamentare ai ministeri della Giustizia, degli Interni e dello sviluppo economico. I due deputati hanno citato un'inchiesta, svolta dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata nel 2011. L'indagine aveva portato al sequestro del complesso di 40mila metri quadrati, giudicati come il frutto di una lottizzazione abusiva realizzata da tre società riconducibilial “Boss delle Cerimonie”. Nonostante il polverone di polemiche, gli ascolti hanno premiato il reality che è riuscito a raggiungere un sorprendente 4,5% di share con una media 610mila telespettatori.



