Prima ha negato, poi di fronte a un video che lo inchiodava alle sue responsabilità, Piero Fassino ha dovuto ammettere che quel gestaccio del dito medio ai tifosi del Torino lo aveva fatto davvero giustificandolo come "reazione ad una aggressione". Oggi in una intervista rilasciata alla Stampa torna a spiegare: "Ho solo negato la rappresentazione di un gesto di offesa nei confronti dei tifosi granata verso i quali non ho fatto alcunchè". Guarda il video che inchioda Fassino su LiberoTv "Quel gesto di offesa e di reazione era nei confronti di chi mi stava aggredendo, di un gruppetto di persone...", dice al quotidiano di Torino raccontando quei momenti quando "una decina di persone", mentre era al Filadelfia per presentare il progetto di rinascita del vecchio stadio, "si è avvicinato per insultare me e la mia famiglia con epiteti di ogni tipo". "All'inizio", continua Fassino, " ho cercato di ragionare con loro: 'Ma cosa volete? Volete la ricostruzione del Filadelfia? Lo stiamo facendo?'. Tutto inutile. Sono stato aggredito e ho avuto una reazione d'istinto. Un gesto per dire: 'Va bene, ma basta così'. E' questo il senso di quella mano alzata, nessun altro. Non ho ho fatto alcun gesto contro i tifosi. Così tanto che io e la mia amministrazione ci siamo impegnati a ricostruire il Filadelfia". Poi il sindaco Pd di Torino accusa chi in queste ore non gli perdona il gestaccio: "Non si può accettare che chi è aggredito sia a sua volta aggredito e all'aggressore non venga detto nulla. Ormai siamo continuamente di fronte a, come dire? manifestazioni di aggressività non solo nello sport ma ovunque". E ancora: "Io sono l'aggredito! Non potete mettere sullo stesso piano aggredito e aggressore. Quando si ricevono insulti di ogni tipo uno reagisce e nella reazione si può andare oltre il segno. Di questo, ripeto, mi rammarico. Ma non si può non vedere che io sia stato vittima di una violenza".