Saviano ricorda il giornalista ucciso, ma parla del suo compleanno

Giancarlo Siani fu ucciso a 26 anni dalla camorra nel 1985. E Roberto esordisce così: "Avevo appena compiuto 6 anni"
di Roberto Procaccinidomenica 29 settembre 2013
Roberto Saviano

Roberto Saviano

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Io, io, io. Roberto Saviano, il profeta napoletano della legalità e della sinistra per bene, dedica un'articolessa da quasi 9mila battute su Repubblica alla memoria di Giancarlo Siani, cronista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985. Bene, iniziativa encomiabile. Il 23 settembre cade il 28esimo anniversario del delitto di Siani (ucciso ad appena 26 anni quando era un collaboratore de Il Mattino) e il fratello Paolo, che ne preserva la memoria, ha invitato Roberto Saviano a partecipare alle commemorazioni. Roberto, sensibile al tema, non si è tirato indietro. Ma ha trovato difficoltà a mettere il proprio ego da parte e la propria penna solo al servizio del ricordo di Siani. Incipit alla Narciso - "Quando uccisero Giancarlo Siani, il 23 settembre 1985, avevo compiuto sei anni il giorno prima". E' con queste parole che Saviano attacca il prioprio pezzo: mettendosi al centro. "Non ricordo nulla di quella morte - prosegue -, non conservo alcuna immagine, eppure dalla vicenda di Giancarlo Siani tutta la mia vita è stata segnata". Ecco, a questo punto il lettore potrebbe trovarsi confuso: di che cosa si parla, dell'assassinio di un cronista o dell'infanzia di Saviano? Per fortuna ci sono altre 8500 battute per raddrizzare il timone. E' che Roberto non ce la faceva a non parlare almeno un po' di sé.