Iva? Disoccupazione? No, piuttosto Dudù. La nuova stagione di Servizio Pubblico su La7 Michele Santoro la inaugura senza novità: solito monologo, un po' sceneggiato, e soliti affondi. A chi? Ma a Silvio Berlusconi, naturalmente. Per interposta persona, vale a dire: Dudù. Sì, il Teletribuno parte in quarta immaginando una scenetta al bar tra un amico (che somiglia in tutto e per tutto al Cavaliere) e un altro, un po' intimidito ma comunque fedele. Dudù, appunto. "Dudù, lo vuoi capire che se è uno innocente ha diritto di gridarlo al mondo intero? Dudù, è un complotto dei giudici!", fa il primo. "Ho preso 10 milioni di voti, sai contare Dudù?", continua. E in mezzo, mentre l'altro tace, giù "ceffoni e cazzotti nello stomaco". Santoro mette in testa a Dudù tutte le carte anti-Cav sciorinate in questi mesi: Mills, legge Severino, decadenza, coerenza. La maggioranza degli italiani, assicura Santoro, pensa queste cose. Tutti sono scettici sulla difesa dell'ex premier. "Se è un colpo di Stato te ne vai in montagna, non è che stai sul divano con la tua fidanzatina e mandi avanti quelli del Pdl". E allora, perché se ne stanno tutti (?) zitti? "Tu non reagisci perché questa è la scena di Totò - spiega Michele -, che piglia botte e poi allarga le braccia senza arrabbiarsi. Embé, mica ero Pasquale...". Ma la verità, secondo Santoro, è un'altra: "E' che io sono davvero Dudù, e in questi ultimi anni siamo stati tutti Dudù, almeno un po'". Lui, di sicuro, è sempre stato Santoro. La prova? Che in attesa di Marco Travaglio, Servizio Pubblico parlerà ancora di processo Mediaset e inchiesta di Napoli sulla compravendita di senatori del 2007-08, con l'intervista all'ex senatore del centrosinistra Sergio De Gregorio, passato tra 2007 e 2008 nelle fila di Forza Italia e poi Pdl. In altre parole, parlerà ora e sempre di Berlusconi.