La prima non si scorda mai. Il 42 per cento degli italiani la ricorda perfetta, non ne avrebbe cambiato nemmeno un dettaglio. Ma se un tempo bastavano i propri risparmi, oggi tra gli under 25 solo il 15 per cento l’ha potuta acquistare senza l’aiuto dei genitori. Lo dice un recente studio di Direct Line: l’automobile è per gli italiani più di una fidanzata. Oggi, però, le tasche vuote per la crisi fanno registrare al mercato dell’auto forti flessioni. E sull’acquisto pesano le spese fisse. Circa 2.829 euro ogni anno per automobilista, secondo l’Adoc, tra contratto di assicurazione, carburante, bollo. Certo, esistono sempre biciclette, treni e mezzi pubblici in generale. Ma chi all’auto non può proprio rinunciare, come può fare? Oggi esistono diverse soluzioni. Dal noleggio a lungo termine al leasing, al noleggio on demand. Oltre, ovviamente, all’acquisto più tradizionale. Ogni strumento ha vantaggi e svantaggi. Ecco tutto quello che occorre sapere. Un tempo era la formula preferita dai manager e dalle aziende, oggi il settore si è aperto anche ai privati senza partita Iva. Si chiama noleggio a lungo termine, è un contratto di affitto. In pratica, si paga un abbonamento che permette l’utilizzo dell’auto senza che diventi di proprietà per una durata che può variare dai 12 ai 60 mesi. La teoria dice quindi che è possibile sapere in anticipo quanto si spenderà per la propria auto, se si presta grande attenzione alle clausole del contratto che si firma. Niente immatricolazione, tasse di proprietà, né polizza assicurativa. Quest’ultima, infatti, è compresa nel canone mensile. E spesso è più conveniente della assicurazione Rc Auto alla quale potrebbe accedere un privato, perché beneficia degli sconti destinati alle grandi compagnie. I COSTI L’idea è quindi avere anche meno preoccupazioni e pensieri: c’è chi si occuperà della manutenzione straordinaria, dei tagliandi e del cambio degli pneumatici invernali e persino in caso di incidente si prevede l’assistenza. Non si ha poi il problema della rivendita dell’usato, ma attenzione: questo beneficio non è del tutto gratuito. Il canone, infatti, prevede già la previsione del noleggiatore sulla rivendita dell’auto. E se avrà stimato un rischio superiore a quello effettivo sulla vendita, si intascherà la differenza. Il rovescio della medaglia di questo strumento è rappresentato infatti dai costi. Il servizio si paga. I piccoli danni alla carrozzeria o quelli causati dalla mancata manutenzione sono a carico del cliente. I chilometri in eccesso rispetto a quelli concordati fanno aumentare il conto, a volte di molto. Bisogna scegliere quindi l’offerta in base alle proprie esigenze e informarsi a dovere sulle penali che si possono pagare, ad esempio se si restituisce l’auto prima del tempo previsto, o sulle possibilità di rimborso. Alcune agenzie, poi, possono richiedere come anticipo dal 10 per cento al 30 per cento del valore dell’auto che si vuole noleggiare. A volte c’è anche l’obbligo di un deposito cauzionale, che può andare dai tre ai sei mesi di canone. Il carburante, ovviamente, resta a carico di chi guida. I PREVENTIVI Per scegliere questa soluzione bisogna rivolgersi a una società specializzata, anzi meglio farsi fare diversi preventivi. Per i privati occorre presentare un documento di riconoscimento valido, il codice fiscale e la dichiarazione dei redditi: se non si ha una busta paga o un contratto a tempo determinato da almeno due anni è difficile accedere al servizio e il valore del canone di noleggio non deve superare poi il 40 per cento del reddito annuale al netto di spese per mutui e finanziamenti. Il leasing è invece una forma di finanziamento per il noleggio che può trasformarsi nel futuro nell’acquisto della vettura. Si paga anche in questo caso un canone mensile, che può essere indicizzato. E l’auto non è di proprietà per i 24 o 36 mesi – prorogabili – del contratto. C’è chi prevede una durata anche fino a 72 mesi. Al termine, si può scegliere se restituirla o acquistarla. Bollo, manutenzione e polizza sono compresi nel canone solo nella formula full leasing, altrimenti sono spese da sostenere a parte. Alcune società permettono di scegliere tra canone mensile, bimestrale o trimestrale o di disegnare le rate in base alle proprie esigenze. Il prezzo di riscatto può essere “a basso valore residuo”, e cioè pari almeno all’1% del valore d’acquisto dell’auto - in questo caso si pagano rate più alte - oppure ad alto valore residuo: 20% per il riscatto con il vantaggio di canoni più abbordabili. È una formula che conviene soprattutto alle aziende, perché prevede una deducibilità fiscale dei canoni. Tra i vantaggi, c’è il fatto che consente di guidare l’auto senza spendere tutto il capitale che occorrerebbe per acquistarla, ma come svantaggio si può citare la richiesta di maggiore documentazione rispetto a un finanziamento o prestito tradizionale e il fatto che i tempi di approvazione siano piuttosto lunghi. Occhio poi ai tassi di interesse, che potrebbero essere più alti a quelli dei finanziamenti normali. Come ogni prestito ci saranno delle spese accessorie, come quelle di istruttoria e di registrazione del contratto. AUTO ON DEMAND Per chi vuole prestare attenzione anche all’ambiente e utilizza l’auto soprattutto per brevi spostamenti, c’è anche un’altra possibilità. Si chiama car sharing e per ora è prevista solo in alcune città. È una formula ideale per chi usa i mezzi pubblici, ma a volte ha bisogno di un’auto piccola per uscire o di una più grande per un fine settimana con gli amici. In pratica, utilizzi l’auto solo per il tempo necessario. A Genova, ad esempio, l’abbonamento annuale costa 100 euro, spesa a cui aggiungere le tariffe di utilizzo. Per una Panda occorrono 2,68 euro all’ora durante il giorno e per viaggi superiori ai 300 chilometri si paga 0,42 euro al chilometro. Oppure si può scegliere una tariffa giornaliera. Per una settimana, una 500 costa circa 233 euro. Il car sharing in Trentino permette anche di andare in vacanza con l’auto noleggiata a breve termine. A Milano sembra poi stia per partire il servizio della Mercedes già presente in una ventina di città nel mondo, da Denver in Colorado a Monaco di Baviera. Si chiama Car2Go e a differenza del car sharing più tradizionale, gestito da aziende di trasporto locale o da collaborazioni tra enti pubblici e privati non prevede piazzole fisse di parcheggio né obbligo di prenotazione. Per sbloccare la macchina basta avvicinare una scheda magnetica sul parabrezza e inserire il codice pin sul display. Per iscriversi si paga “una tantum”, il resto è a consumo, 19 centesimi al minuto con addebito sulla carta di credito. Quella del noleggio a breve termine è una soluzione che, c’è da scommetterci, crescerà presto anche in Italia. Secondo uno studio di Frost & Sullivan in Europa il car sharing aumenterà a ritmi del +41% ogni anno: nel 2020 saranno 15 milioni gli iscritti. Altre 750 mila persone (e 300 mila veicoli) arriveranno dai nuovi servizi come Car2go. di Beatrice Corradi