di Vanni Zagnoli Due nazionali in semifinale, l’Italia si fa onore anche nei tornei a squadre. Calcio e basket non si sono qualificati, le donne sono uscite ai quarti nella pallavolo (3-1 dalla Corea del Sud) e nella pallanuoto, i maschi arrivano a battersi per le medaglie in entrambe le discipline, sovvertendo il pronostico. C’era il rischio di restare completamente fuori dalla lotta per il podio, nel pomeriggio il 3-0 del volley contro gli Usa riscatta l’uscita del setterosa e persino delle ragazze del beach volley, per mano delle americane. In serata l’11-9 della pallanuoto all’Ungheria, reduce da tre ori. Solo nel 1932 gli azzurri non arrivarono fra le prime 4 in alcuno sport di squadra, all’epoca però c’era unicamente la pallanuoto. Quattro anni dopo vinsero il titolo nel calcio, nel ’48 l’alloro arrivò dalla pallanuoto, terza nel ’52, quarta nel ’56, campione a Roma e ancora quarta (’64 e ’68). A Monaco il basket mancò il bronzo per un punto, contro Cuba; a Montreal l’argento della pallanuoto, a Mosca nella pallacanestro; a Los Angeles il primo podio della pallavolo, bronzo. A Seul il calcio raggiunse le semifinale, a Barcellona arrivò l’oro della pallanuoto, poi la pallavolo maschile si è sempre piazzata fra le prime 4, senza dimenticare il bronzo in piscina del ’96 e del calcio 2004, nonchè l’argento del basket, sempre ad Atene. Il sestetto di Berruto elimina i campioni olimpici, riscattando un girone negativo. L’avvio è complicato, Lasko non passa mai, un ace di Traviça dà il 18 pari, poi Zaytsev firma il 21-19, ma Savani si fa murare, parità a 21 e 23. Il primo arbitro non vede un ace azzurro, il ct antropologo e tifoso del Torino effettua cambi tattici, anche per controllare il nervovismo: decide il set una battuta di Travica, 28-26. Nel secondo si sveglia Savani, Zaytsev mette il quinto ace per l’Italia e Mastrangelo piazza un muro eclatante, imitato da Lasko (20-16). Igor lo Zar serve benissimo, funziona il cambio palla di Savani (14 punti in due set) e 25-20. Il muro rimargina il break americano in avvio di terzo parziale, Traviça mette due servizi vincenti (10-6), strabiliando anche in regia. Anderson sbaglia il -1, Savani serve a quasi 120 orari e mette il quarto ace, l’Italia si gasa e ripete il 25-20. «Abbiamo studiato gli americani - dice Mastrangelo, 37 anni, a caccia della terza medaglia olimpica -, è stato semplice. Ricorderò a tutti di riscattare le due sconfitte subite dal Brasile». La semifinale è domani alle 20.30, da vendicare ci sono i 3-1 subiti 4 anni fa, allo stesso punto del torneo, e nella finale di Atene 2004. Domani c’è anche la semifinale della pallanuoto, con la Serbia, battuta un anno fa nella finale mondiale di Shangati. L’Ungheria aveva ancora in acqua 4 campioni di Sydney (Biros, Szecsi, Kasas e Kiss), nel 2000 battè l’Italia 8-5, convincendo la federazione ad avviare il primo ciclo del ct Campagna. Ieri in tribuna c’erano anche Magnini e Federica Pellegrini, per la partita dei sogni. A bersaglio Presciutti e Perez, poi Felugo e di nuovo Presciutti, con la difesa magiara statica e salvata da palo e traversa. L’Ungheria raggiunge il 4-4 con l’uomo in più, segna Figlioli ma Perez si fa espellere e arriva l’ultima parità, rotta da Figlioli, brasiliano d’origine e poi naturalizzato australiano. Felugo smazza assist e fa doppietta (7-5 a metà terzo tempo), Premus si guadagna il rigore trasformato da Giorgetti, nato a Budapest. Figlioli va in panchina gravato di due espulsioni (idem Gitto), la traversa salva l’Italia tre volte, su una girata di classe la palla rimane a lungo sulla riga. Perez subisce fallo in difesa, ne deriva il 9-6 di Figlioli. L’Ungheria replica con due reti in 40”, a metà dell’ultimo quarto ne resta una di margine. Varga viene allontanato definitivamente, Tempesti evita il pari e a un minuto dalla fine Felugo chiude la partita. L’espulsione di Gitto offre l’ultimo brivido, allo scadere segna Presciutti. L’Italia si è ritrovata per due sfide impossibili.