C'è stato un attimo, ma solo un attimo, in cui si è pensato alla possibile sorpresa. E' capitato dopo circa 150 metri, quando Yohan Blake è entrato in scia a usain Bolt. Un attimo, appunto. E Bolt ha innestato la sesta, settima o chissà quale marcia e ha staccato il giovane delfino per giungere sul traguardo olimpico dei 200 metri con tre metri buoni di vantaggio. Tempo: 19 secondi e 32 centesimi, a due centesimi dal record olimpico. Per Blake 19 secondi e 44 centesimi. Quella dei 200, per la Jamaica è stata una marcia trionfale, col giovane Warren Weir terzo con il tempo di 19 secondi e 84 centesimi: oro, argento e bronzo per l'isola più veloce del mondo. Bolt è scattato subito fortissimo, in corsia 7. A metà circa s'è capito che il solo Blake, in corsia 3, aveva qualche chance. Ma è durato un attimo. Con questo oro, Usain è il primo di sempre a centrare la doppietta della velocità in due edizioni consecutive dei Giochi (c'era già riuscito a Pechino 2008). E a fine gara anche lui ha ammesso: "Ora lo posso dire: sono il più grande atleta vivente". Ma citando gli atleti che lo hanno sempre ispirato, Michael Johnson e Jesse Owens, trova spazio anche per un attacco diretto a Carl Lewis: "Ho perso tutto il rispetto per lui. Fa dichiarazioni sui giamaicani e il doping senza motivo. Non ho nessuna stima di quell'uomo. Parla solo per farsi notare". In tutto questo, c'è una nota positiva anche per l'Italia: il record europeo di Mennea (19 secondi e 72 centesimi) è salvo.