L'autista di Umberto Bossi aveva garantito un contratto da manager in Fincantieri, colosso delle navi da crociera controllato dal Tesoro italiano. Un'azienda pubblica, dunque. Lo afferma, in una telefonata intercettata che sarà trasmessa questa sera da Il Lecito su La7, Francesco Belsito, l'ex tesoriere della Lega al centro dello scandalo dei fondi pubblici usati a fini personali dai vertici del Carroccio. Una nuova scossa, dunque, nel terremoto che ha stravolto i quadri dirigenti del partito. "Sbattiamocene i coglioni e pensiamo a noi", è il succo della telefonata tra Belsito e Maurizio Barcella, ex capo della sicurezza del Senatùr. "Mauri, ho parlato adesso con Scarrone (Sandro Scarrone, capo del personale della Fincantieri, ndr)... Lui mi ha detto guarda, mi ha dato un consiglio: è meglio che venite giù all'una perché poi loro devono pubblicizzare la cassa integrazione, non possono far passare il contratto da dirigente che devono fare casino con il governo. Quindi sbattiamocene i coglioni e pensiamo a noi". Carriera fulminante - Barcella, in realtà, è qualcosa in più che autista e body guard di Bossi: l'ex segretario leghista l'ha voluto a Roma come capo di gabinetto al Ministero delle Riforme, incarico importante che ha fatto storcere il naso a molti perché il curriculum del prescelto non era strabiliante. Nemmeno Belsito ha un ruolo marginale al di fuori della Lega: è consigliere d'amministrazione, in quota Carroccio, proprio in Fincantieri e negli ultimi mesi ambiva alla poltrona di vicepresidente. Secondo il programma di La7, l'accordo tra Belsito e Bercella e Fincantieri va in porto. Parlando con Belsito, l'ad Fincantieri Giuseppe Bono avrebbe preannunciato una telefonata a Rosi Mauro, all'epoca capo del sindacato padano, vicepresidente del Senato e consigliera privilegiata di Bossi, per informarla "che ho fatto la lettera di assunzione per Barcella e per quell'altro... come si chiama?". L'altro, puntualizza subito Belsito, è "Dalmir Ovieni", fondatore della società consortile Il Quartiere vicina al SinPa e presieduta dalla stessa Mauro. Lady Bossi sdegnata - Il curriculum, né per Barcella né per Ovieni, è rilevante. Tanto che Belsito, al telefono con la moglie del Senatùr Manuela Marrone quasi si vanta: "...Il direttore (Scarrone, ndr) mi ha detto: Franci, già che siamo in confidenza, guarda che noi a un diplomato di scuola professionale non l'abbiamo mai fatto firmare un contratto del genere. E' la prima volta nella storia della Fincantieri...". E quando Lady Bossi s'arrabbia ("Scuola professionale? Non ha neanche un diploma? Francesco...", Belsito replica candido: "No. Questo qui cosa ha mai fatto nella vita? Tutto gli hanno messo per iscritto. Tutto! Persino la casa! Non è mai uscito un contratto così da quell'azienda, mai!". Qualcosa, però, alla fine deve essere andato storto se è vero, come ricorda Fincantieri, che né Barcella né Ovieni risultano presenti negli organici aziendali.