Un altro imprenditore si suicida in provincia di Treviso. E' la crisi che uccide, ancora una volta, e diventa sempre più difficile tenere il conto di questa Spoon River di imprenditori, artigiani, liberi professioni e semplici dipendenti rimasti disoccupati od oppressi da debiti o crediti da riscuotere. Rischio fallimento - Oggi all'elenco si aggiunge Gianni Merlo, 52 anni di Volpago nel Montello. La sua azienda specializzata nella realizzazione di stand fieristici aveva i conti in rosso e temeva di essere lasciato a casa dagli altri soci, che lo scorso 30 aprile in una riunione avevano minacciato di togliere il suo 30 per cento. L'uomo si è impiccato nella cabina del suo camion Scania, a pochi metri dal piazzale del cimitero di Falzè di Trevignano, intorno alle quattro di notte. Il suo corpo è stato ritrovato dopo quasi dodici ore di ricerche dalla compagna e da uno dei figli. Solo un biglietto lasciato alla donna: "Non mi rivedrai più". Gli altri suicidi - Ieri era toccato a un operaio edile di 56 anni, Alfonso Salzano, a Casaluce nel Casertano: da gennaio non veniva più chiamato al lavoro e si è impiccato. Stessa sorte per Luciano Di Fazio, 35enne di Catania che si è lanciato dalla terrazza di casa. "Si è buttato di sotto. Era un po' depresso perché non lavorava e si sentiva inutile. Girava per casa come un fantasma. Voleva essere indipendente, non voleva pesare", ha spiegato in lacrime la madre dell'uomo.