(Adnkronos) - "Sono gli anni in cui le Regioni - nota ancora Ranfagni - esaurita la fase iniziale, si ritrovano a dover contrastare nuovi disegni centralistici da parte dello Stato". In questo momento storico l'operato del presidente della Toscana va ben al di la' della buona amministrazione di una regione che riesce a inserire nel novero delle piu' forti a livello nazionale, riuscendo ad accreditarne il ruolo e l'identita' prima di tutto presso i toscani. Da Bartolini in poi, la Regione, in Toscana, e' un punto di riferimento istituzionale importante e ineludibile, sia all'interno che all'esterno. Lo ha ricordato Claudio Carosi, assessore nella sua giunta, sottolineandone "la prospettiva di visione che ha dato autorevolezza alla Regione, prima di tutto in Toscana e poi anche nel confronto con altre Regioni e con il governo". Non c'e' problema locale che non trovi una sponda regionale, non c'e' crisi che non trovi un tavolo a Palazzo Budini Gattai. Si ricordano, di quegli anni, l'avvio di opere come Bilancino, nella convinzione che l'Arno dovesse diventare da minaccia risorsa, progetti integrati di sviluppo che coinvolgevano interi territori come il Progetto Amiata, battaglie difficili anche impopolari poi vinte come le "navi dei veleni" nel porto di Livorno, la riconversione delle aree minerarie, tutte condotte con l'idea quasi ossessiva dello sviluppo, delle opportunita' di occupazione. (segue)