Tutto quello che c'è da sapere sulla Rinoplastica: parla il dottor Segreto
La rinoplastica è uno degli interventi più richiesti degli ultimi anni. Si tratta di un intervento di routine che, oggi, viene richiesto da moltissime persone di ogni età per eliminare quell’inestetismo che provoca problemi.
“Il naso è un’area cruciale per la bellezza del volto. E’ dimostrato che quando guardiamo per la prima volta una persona, i nostri occhi tendono naturalmente a guardare dapprima la porzione centrale del viso, specificamente occhi e naso”, dice il dr. Francesco Segreto, specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica e tra gli esperti italiani di rinoplastica.
“Inoltre, mentre altre aree possono essere nascoste o camuffate dai vestiti, il naso è sempre lì, bene in vista, al centro dell’attenzione. Non c’è nessun’altra zona anatomica che abbia tanta valenza estetica, funzionale e psicologica in così pochi centimetri quadrati”, continua.
Come deve essere un naso rifatto?
“Elegante. Il dorso, la curvatura, la punta devono essere delicati, continuarsi progressivamente in elegante proporzione con il viso della paziente. Senza eccessi o forzature, ad un anno dall’intervento nessuno deve accorgersi che quel naso sia stato ritoccato”.
Cosa è cambiato negli ultimi anni? Quali sono i punti di forza della sua tecnica?
“Le tecniche di rinoplastica si sono evolute molto. Tendenzialmente, l’intervento è attualmente meno invasivo ed i risultati molto più stabili nel tempo. Personalmente, ho ottimizzato il mio approccio in base alle ultime evidenze scientifiche internazionali e ad alcune intuizioni tecniche che si sono rivelate vincenti. Ad esempio, grazie ad una tecnica di riposizionamento di un legamento nasale (peraltro recentemente pubblicata sulla rivista scientifica di chirurgia plastica più importante del mondo), sono riuscito a ridurre enormemente l’edema post-operatorio e a conferire alla punta una migliore definizione”.
Molti pazienti hanno paura dei tamponi e della loro rimozione. Sono sempre necessari?
“Assolutamente no. Nella mia pratica clinica vengono ormai utilizzati molto raramente, circa nel 5% dei casi. Prima erano considerati quasi obbligatori per stabilizzare setto e mucosa, oltre che per ridurre il rischio di sanguinamento post-operatorio. Attualmente invece, riesco a raggiungere gli stessi obiettivi grazie ad alcuni accorgimenti tecnici durante l’intervento, per cui utilizzo i tamponi solo in pochissimi casi”.
Quanto tempo ci vuole per riprendersi dall’intervento?
“Anche su questo abbiamo fatto passi da gigante. Si utilizzano degli strumenti ad altissima tecnologia e delle manovre specifiche che riducono il trauma sui tessuti, riducendo al minimo lividi e gonfiore post-operatorio. I pazienti stanno bene praticamente da subito e spesso si stupiscono della totale assenza di dolore”.
Cosa succede ai pazienti dopo l’intervento?
“Rinascono. Entrano sorridenti a studio, si specchiano immediatamente di profilo. Molte pazienti riferiscono di non sentirsi più osservate quando parlano con le persone, raccontano di poter sorridere spensierate senza più paura che la punta vada in giù. Altre ancora riferiscono di come finalmente possano fare sport senza dover respirare con la bocca o, più semplicemente, di quanto sia bello farsi i selfie senza dover pensare a pose strane o filtri. La loro felicità è molto coinvolgente ed è una grande motivazione per me”.