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"The penitent" di Luca Barbareschi al cinema dal 30 maggio

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Annamaria Piacentini
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Attore, regista e produttore, Luca Barbareschi rimane uno dei più grandi personaggi del teatro e del cinema, un uomo che ha vinto molte battaglie contro l'inutilità di persone senz'anima e senza idee.  Nel suo film “The Penitent”, mette in mostra una visione dell'America sempre più frantumata nell’identità di un linguaggio che si è fatto metafora di questo disorientamento. Veste i panni dello psichiatra Carlos David Hirsh, un uomo che si è rifiutato di testimoniare al processo che vede imputato un suo ex paziente, violento ed instabile, responsabile della morte di diverse persone. Intanto, il credo ebreo del dottore, e la fame di notizie della stampa, lo sbatte in prima pagina , lo fa diventare un mostro, per poi dichiarare che è stato un errore redazionale, mentre si accende l'accanimento giudiziario nei suoi confronti. Difficile capire chi è la vittima e chi il carnefice. Inizia anche la crisi matrimoniale tra lui e la moglie (Catherine Mc Cormack), che vuole convincerlo a raccontare tutto in tribunale, dimenticando il giuramento di Ippocrate. Incredibile la bravura di Barbareschi, capace di recitare sul grande schermo tenendo viva l'attenzione dello spettatore: sembra di essere li, in quella stessa stanza, rimanendo sempre dalla sua parte. La sceneggiatura è di David Mamet, il grande drammaturgo (ebreo newyorchese), premio Pulitzer che torna a collaborare con Barbareschi. Tra i suoi successi ricordiamo: negli anni 80-90 e 2000, “America Buffalo”,” Perversione sessuale a Chicago”, “Clengarry Glen Ross (premio Pulitzer). Il film è stato presentato Fuori Concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2023. Prodotto da Eliseo Entertainment e Rai Cinema, è distribuito il 30 maggio da 01.

Alla sua quarta regia cinematografica mette in scena un film straordinario...

“Con questa regia cinematografica torno a collaborare anche con Mamet, mio amico da quarantacinque anni”.

Eravate ragazzini...

“Ed è da allora che mi sono innamorato della sua scrittura. Non è mai cambiato. Gli hanno dato il titolo di uomo di destra, è sparito. L'illusione del potere 30 anni fa”.

Ci sono tanti temi in questo film, giusto?

“Dove Mamet non smentisce se stesso. Basta un refuso...ed a uno psichiatra cambia la vita”.

Come la maldicenza...

“Che è il peggior peccato nella vita. Quanto vale la comunicazione se si mette in prima pagina una frase non detta? Il potere della stampa, nel film è sacrale, ma la stampa in questo contesto disinforma. Sono a favore della magistratura, che non può essere politicizzata”.

Perché non denuncia?

“Nel film sono un medico, ma se divento un giudice non faccio più il mio lavoro. Non denuncia perché capisce che verrà usato. Ostenta l'ebraismo, ma in casa non lo fa, la moglie non è ebrea”.

La sua interpretazione è da Oscar, intensa, perfetta, credibile. Perché voleva dare il suo ruolo ad un altro attore: a chi per esempio?

“Il progetto nasceva con l'interpretazione di John Malkovich, era il protagonista ideale. Lui non poteva per altri impegni già presi  e mi ha detto: fallo tu! Così ho dovuto imparare 160 pagine e tutte in inglese”.

 Ha fatto un buon lavoro...Riaprirà il suo teatro, l'Eliseo?

“Tra sei mesi riapriamo, ho trovato un pazzo che mi ha dato 20 milioni”.

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