"Madenotinitaly": il "fuori tutti" dell'italian sounding alla Camera

venerdì 16 maggio 2025
 "Madenotinitaly": il "fuori tutti" dell'italian sounding alla Camera
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La scorsa settimana abbiamo avuto due extra omnes nello stesso giorno, quello del Vaticano per l’elezione del Papa e quello annunciato dall’agenzia di comunicazione Cenacoli con il progetto “madenotinitaly” alla Camera dei Deputati, dove il “fuori tutti” ha riguardato i prodotti dell’italian sounding.

Quest’ultimo allontanamento non vuole essere temporaneo ma definitivo e riguarda i prodotti dell’agroalimentare che, all’estero, sfruttano l’assonanza con l’italiano per vendere, giocando sulla qualità che evoca il nome del nostro paese.

Madeinitaly.com è una piattaforma online dove si può segnalare un prodotto che sfrutta l’italian sounding, indicare il paese e la città dove è stato trovato, comunicarne il prezzo, caricare una foto e aggiungere delle note personali.

“Lo scopo – spiega Livio Buffo, ceo di Cenacoli e fondatore di oscarwine – è quello di combattere un fenomeno che, ogni anno, costa alle nostre aziende miliardi di euro di fatturato in meno: gli Stati Uniti sono il paese dove il fenomeno è più radicato.  La questione dei dazi è tra la UE e gli USA ma l’italian sounding riguarda i consumatori. Per questo abbiamo fornito alla comunità degli italiani nel mondo e ai nostri connazionali che vanno in vacanza all’estero uno strumento per segnalare questi abusi. Tuteliamo il buon nome dei nostri prodotti e facciamo riprendere alle aziende italiane quello che perdono a causa di questo marketing truffaldino: non ho dubbi di chi vincerà tra qualità e tentativo di imitazione”.

Le segnalazioni arrivate sono già moltissime ma anche le chiamate dei nostri connazionali all’estero: “La nostra comunità è stufa di questo sistema ma finora è stata poco ascoltata: in particolare, le storie che ci stanno arrivando dagli Stati Uniti sono assurde. Per questo motivo, stiamo organizzando un tour in alcune città del nord America per parlare con la gente e con le nostre Camere di Commercio. Bisogna fare cultura, spiegare che un nome e un tricolore su un’etichetta non fanno l’Italia. Il nostro saper fare, il terroir, la qualità sono inimitabili e non riproducibili altrove”.

“L’Italian sounding – continua Buffo – fattura poco più di tutto il nostro export. È una cifra enorme, miliardi. Le vacanze saranno il momento perfetto per ricevere segnalazioni dagli italiani in giro per il mondo; il primo report vorremmo presentarlo dopo l’estate alle istituzioni”. 

A proposito di questo tema, secondo quanto arrivato a Libero, Buffo avrebbe già ricevuto alcune richieste di collaborazione istituzionale: “È vero ma un conto sono le chiacchiere fatte dopo una conferenza stampa o al telefono, un’altra le proposte concrete. Di sicuro abbiamo già il sostegno del vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e dell’onorevole Cerreto della Commissione agricoltura, due esperti della materia. Ora bisogna spingere sull’acceleratore e utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per tutelare i nostri prodotti. Ricordiamoci che se le aziende non vendono, i prodotti tornano in Italia; se a questo problema dovessero aggiungersi anche i dazi, tra costi di stoccaggio, mancate vendite e altro, molti posti di lavoro potrebbero essere a rischio. La questione è molto più complessa di quanto si possa credere”.