In un’epoca sempre più permeata dall’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, quali e quanti spazi di libertà espressiva per la creatività? Dai musei che devono difendere il patrimonio che rappresenta la bellezza del corpo umano agli algoritmi che non distinguono tra un’opera d’arte e un contenuto sessualmente allusivo, come sventare i danni da censura digitale a scapito di utenti e artisti e i rischi da narrazione stereotipata? Sono alcuni degli interrogativi che hanno aperto alle riflessioni e agli approfondimenti al centro del convegno Ministero della Cultura-Cinecittà promosso dal Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni dal titolo “IA: l’algoritmo, censura del XXI secolo”, che si è svolto questa mattina alle Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini, a Roma, alla presenza di artisti, esperti del mondo accademico, giuridico e di quello tech insieme a dirigenti MiC e illustri rappresentanti del panorama culturale.
Sviluppato in quattro panel, moderati da altrettanti giornalisti, l’evento è stata l’occasione per analizzare come l’approccio all’arte classica e alla bellezza nelle sue molteplici espressioni artistiche sia cambiato nel tempo. Un viaggio oltre i confini geografici, religiosi e culturali, che dall’antichità ha condotto fino ai giorni nostri per soffermarsi sulle sfide contemporanee.
“Dove un tempo dominavano morale, religione, pudore, oggi imperversano nuove forme di controllo che non di rado si trasformano in vere e proprie azioni di censura a discapito del nostro patrimonio artistico e culturale e degli artisti che lo hanno reso e lo rendono così straordinariamente unico. Dinamiche animate – ha spiegato il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, intervenendo in apertura del convegno – da quel motore invisibile che alimenta le più moderne tecnologie e che potrebbe avere ripercussioni in termini di influenza sulla società e sulla ricchezza generata dalla diversità del dibattito culturale. Pensiamo soltanto alla questione dell’addestramento dell’Intelligenza Artificiale, uno strumento che spinge verso il futuro ma che, se lasciato nelle mani di Paesi democraticamente fragili, potrebbe riportarci indietro nel tempo. Parliamo dunque di un tema che ci chiama in causa e su cui è necessario tenere alta l’attenzione: a tutela della nostra identità culturale, dirimente per noi è ribadire la nostra azione a garanzia della centralità della creatività e dell’attività degli artisti”.
“Ringrazio il Sottosegretario Borgonzoni, che ha promosso questa giornata di riflessione su uno strumento potentissimo che rischiamo di subire. Il cinema è tecnologia applicata alla realtà. Ma dietro alla macchina da presa non c’è tecnologia o Intelligenza Artificiale che possa sostituirsi alla creatività e alla genialità umana, capaci di emozionare e di incuriosire senza eguali” le parole del Presidente di Cinecittà Antonio Saccone.



