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Non è l'arena, "quei pregiudizi sugli stupri". Massimo Giletti, drammatico appello e bordata ai magistrati: "Ragazze, state attente"

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Un ritorno in tv "a sorpresa", quello di Massimo Giletti. Ieri, martedì 4 luglio, infatti era su La7 con una puntata speciale di Non è l'Arena, il programma che alla luce di questa puntata, probabilmente, tornerà a condurre anche il prossimo anno (insomma, niente passaggio a Rai 2). Una puntata tutta dedicata all'intervista e alla testimonianza di due ragazze che hanno denunciato uno stupro in Sardegna, denuncia archiviata dopo un anno di indagini. Un caso che per evidenti ragioni ricorda da vicino quello di Ciro Grillo, anche perché la procura è la medesima, quella di Tempio Pausania.

 

Una puntata toccante, in cui l'emozione delle due ragazze era tanta. Una puntata che Giletti ha voluto concludere con un appello: "Apprezzo la forza di queste due ragazze che comunque sono qui, hanno raccontato la loro versione - ha premesso guardando dritto in camera -. Quello che è importante è avere i genitori al fianco, lo hanno detto loro", ha rimarcato. 

 

"E, visto che siamo in piena estate, lo ricordo a tutte le ragazze che magari come loro due vogliono solo vivere una serata di gioia: purtroppo non sempre questo è un mondo migliore. Queste mani unite che vedete inquadrate (quelle delle due ragazze, ndr) siano un segnale al di là di questa storia - insiste il conduttore di Non è l'Arena -. Le mani unite aiutano a salvarsi, io spero che questa storia serva alle persone che ci hanno seguito. Che serva soprattutto ad ampliare la cultura che abbiamo in Italia, ancora molto maschilista, e a cancellare i troppi pregiudizi che ci sono ancora per le vittime di stupro. Tanto che la Corte europea dei diritti ha condannato l'Italia proprio perché ci sono ancora dei pregiudizi nelle sentenze sui casi di stupro", conclude Giletti con una stoccata anche alla magistratura.

 

 

 

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