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Giustizia? Serve rispetto, non inutili leggi: l'educazione si insegna e non si impone

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Nel manifesto di un Ordine religioso risalente al 2017 ho letto che con il termine di "omofobia" si indicano sentimenti, pensieri e comportamenti avversi alle persone omosessuali; non si nasce omofobi ma lo si diventa attraverso l'educazione, i messaggi diretti ed indiretti che la famiglia, la politica ed i media trasmettono. Molto prima di avere una reale comprensione di cosa significa omosessualità, possiamo ereditare, da una cultura omofoba, la convinzione che essere gay sia qualcosa di assolutamente sbagliato, innaturale e contrario alle norme del vivere comune.

L'Unione Europea considera l'omofobia analoga al razzismo, alla xenofobia e all'antisemitismo, donde la spinta di muoversi all'interno del nostro Paese. Sono andato a curiosare su "il Nuovo Zingarelli" del 1983 e non ho ritrovato la parola "omofobia". Dovrei dunque pensare che l'avversione agli omosessuali si sia manifestata solo in epoca successiva a quest' ultima data, spingendo parte della cultura e della politica a chiedere l'introduzione, nel nostro sistema normativo, di una specifica sanzione penale repressiva.

Non ho difficoltà ad affermare che la società è fondata sulle diversità e che la civiltà è tale solo se e quando riesce a trasformare la diversità in un valore, promuovendo il pluralismo, il rispetto e la protezione di ciò che è diverso dal comune modo di concepire la convivenza sociale. La nostra Costituzione del 1948 è ispirata a tale principio quando parla di uguaglianza nell'articolo 3: compito della Repubblica è quello di realizzare un'uguaglianza non solo formale ma anche sostanziale, rimuovendo gli ostacoli che eventualmente la impediscono. Quindi, nulla questio sulla opportunità di indirizzare l'educazione dei nostri figli, sia nella famiglia che nella scuola, nel senso qui sopra indicato. È un compito di cui devono farsi carico gli adulti, tutti gli adulti, ponendo l'accento sulla necessità di bandire il principio contrario "homo homini lupus" che porta alla sopraffazione del più forte sul più debole.

Detto questo, però, non mi convince l'idea di perseguire il risultato attraverso un'apposita legge. L'esperienza insegna che in ambiti culturalmente contigui (vedi violenza sulle donne) il ricorso ad una normazione rigorosa si è rivelato inutile e controproducente con un aumento dei comportamenti che si intendeva combattere. L'educazione si insegna e non si impone. E cominciamo a deplorare anche gli atteggiamenti di pubblica ostentazione degli omosessuali, visto che invece continuiamo a giustamente condannare, anche penalmente, gli stessi atteggiamenti quando sono assunti dagli etero. 

di Bruno Ferraro
*Presidente Aggiunto Onorario Corte di Cassazione

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