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Francesco Greco indagato? Difeso dallo stesso legale dell'Anm e degli ex vertici di Mps: toh che caso...

 Francesco Greco

Paolo Ferrari
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Per rendere ancora di più incandescente il clima alla Procura di Milano ci mancava solo il "conflitto d'interessi" fra toghe. A sollevare il caso è stato il manager romano Giuseppe Bivona, fondatore del fondo inglese Bluebell. Bivona questa settimana ha scritto al procuratore di Brescia, Francesco Prete, alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, al presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano, Vinicio Nardo, e ai componenti del Consiglio superiore della magistratura. Oggetto della nota del manager sono i profili di "opportunità" nella scelta del procuratore di Milano Francesco Greco di essere difeso dallo stesso legale dagli ex vertici di Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, aloro volta imputati eccellenti della Procura guidata da Greco. Bivona, in passato, aveva anche manifestato perplessità sulla conduzione delle indagini su Mps dirette dai pm milanesi Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici del dipartimento "reati economici". I tre magistrati erano i titolari, in particolare, del fascicolo sui crediti deteriorati di Mps nel quale erano stati iscritti per "falso in bilancio" Profumo, Viola e Paolo Salvadori, altro top manager di Rocca Salimbeni.

 

 

 

 

Per i pm milanesi i tre non avrebbero commesso alcuna irregolarità. Di diverso avviso, invece, il giudice Guido Salvini che aveva respinto la richiesta d'archiviazione nei loro confronti, disponendo altri accertamenti. La perizia di Salvini aveva permesso di accertare che tra il 2012 e il 2015 la banca senese avrebbe ritardato la contabilizzazione di ben 11,4 miliardi di euro di rettifiche. Dalle segnalazioni di Bivona erano partite, poi, le indagini bresciane a carico di Baggio, Civardi e Clerici. Profumo e Viola, difesi da Mucciarelli, sono stati condannati a ottobre 2020 in primo grado a sei anni per i derivati Alexandria e Santorini. Mucciarelli assiste Greco a Brescia nel procedimento per "omissione d'atti d'ufficio" per aver ritardato gli accertamenti sulle dichiarazione dell'avvocato Piero Amara a proposito della Loggia segreta Ungheria.

Il fascicolo era stato aperto dopo la denuncia del pm Paolo Storari. Mucciarelli, lo scorso anno, era stato anche incaricato dall'Associazione nazionale magistrati, durante la presidenza del pm milanese Luca Poniz, dicostituirsi parte civile nel procedimento penale nei confronti di Luca Palamara. Tornado a Storari, invece, ieri si è svolta l'udienza in camera di Consiglio davanti alla Sezione disciplinare del Csm. La Procura generale della Cassazione ha chiesto per il magistrato il trasferimento di sede ed il cambio di funzioni: da pm a giudice. Per il procuratore generale Giovanni Salvi, Storari con il suo comportamento avrebbe creato «grave discredito» nei confronti di Greco e della sua vice Laura Pedio.

 

 

 

 Storari, come si ricorderà, vista «l'inerzia» dei sui capi nel compiere accertamenti, aveva consegnato personalmente all'allora componente del Csm Piercamillo Davigo i verbali degli interrogatori di Amara, effettuati in Procura a Milano nelle ultime settimane del 2019 nell'ambito del procedimento sui depistaggi nel processo Eni-Nigeria. E per questo motivo era stato poi indagato per rivelazione del segreto d'ufficio. In difesa di Storari si erano espressi circa 250 magistrati, firmando un appello in suo favore. Fra i promotori della raccolta firme, il capo dell'antiterrorismo di Milano, il procuratore aggiunto Alberto Nobili. «Non abbiamo mai depositato la lista delle persone che hanno accordato la loro fiducia e la loro simpatia umana», ha però specificato il legale di Storari, l'avvocato Paolo della Sala, all'uscita dal Csm. «Ci tengo a rappresentare con chiarezza che la fiducia accordata dai magistrati al mio assistito non è mai stata in alcun modo strumentalizzata», ha poi aggiunto. 

 

 

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