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Silvio Berlusconi, l'ultima porcheria dei giudici: "Era un favore a lui". Gli danno del matto e lo sfottono pure

Tommaso Montesano
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Solo un «accertamento delle condizioni di salute» della parte interessata. Ovvero di Silvio Berlusconi. Una valutazione, attraverso una perizia medica, doverosamente «non limitata» a esaminare la capacità di «partecipazione fisica dell'imputato» alle udienze, ma anche volta ad accertare l'«insussistenza di un eventuale ostacolo all'effettiva articolazione di una linea difensiva» nell'intero dibattimento. E comunque sulla necessità di valutare le condizioni fisiche, anche psichiche, dell'ex premier, «come risulta da verbale d'udienza né la difesa né il pm hanno proposto osservazioni».

 

 

 

 

 

Con una nota irrituale, è il presidente del tribunale di Milano in persona, Roberto Bichi, a difendere l'operato dei giudici della settima sezione penale, che mercoledì - su richiesta dei pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio - hanno disposto nei confronti di Berlusconi una perizia per stabilire l'effettivo impedimento a partecipare al processo "Ruby ter", nel quale è imputato per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza, del Cavaliere. Richiesta che lo stesso Berlusconi, l'altro ieri, ha definito «sorprendente», «al di fuori di ogni logica» e «lesiva» della sua storia e reputazione. Esempio di quel «pregiudizio» che ben fa comprendere, a detta del numero uno azzurro, quale sarà l'esito finale di questo «ingiusto processo».

 

 

 



I DATI DELLA PERSECUZIONE - A questo proposito, anche ieri, il Cav si è sfogato in privato, snocciolando i dati di quella che appare sempre di più come una persecuzione: «I procedimenti instaurati dopo la mia discesa in campo politica sono quantomeno 90 e hanno impegnato, in oltre 3.800 udienze, 130 avvocati e 50 consulenti». Adesso arriva la nota del presidente del Tribunale, che in nome della «più recente giurisprudenza» alza il muro a difesa dei suoi giudici, quindi confermando la necessità di un accertamento, anche di natura «psichiatrica», nei confronti di Berlusconi. «È una tenaglia che una parte della magistratura ormai da tempo sta stringendo attorno a Silvio Berlusconi. L'accerchiamento è sotto gli occhi di tutti. Ieri Milano, oggi Palermo», attacca Sestino Giacomoni, deputato azzurro e storico braccio destro dell'ex premier. Il riferimento è al processo d'appello sulla presunta trattativa "Stato-mafia", nel quale il sostituto procuratore generale di Palermo, Giuseppe Fici, ha affermato che Marcello Dell'Utri «ha sponsorizzato la nascita di Forza Italia nel mondo di Cosa nostra e della 'Ndrangheta».

 

 

 

 

 



IL PARTITO SCALPITA - Una morsa inspiegabile soprattutto perché sono gli stessi camici bianchi a certificare la necessità di tutelare lo stato di salute di Berlusconi. L'ex premier, in vista del vertice del Ppe in programma a Roma dal 20 al 22 settembre, vorrebbe partecipare, «ma i medici gli hanno sconsigliato una presenza, gli consigliano riposo», rivela Antonio Tajani, vicepresidente di FI. Probabile che la partecipazione sia assicurata con un collegamento video o telefonico. Di certo il partito scalpita per stare vicino al suo leader: ieri i vertici forzisti hanno iniziato a interrogarsi sulle iniziative da assumere a sostegno di Berlusconi (gazebo nelle città o passi in Parlamento le più gettonate).

 

 

 

 

 

 

All'ex premier è arrivata la solidarietà degli alleati. Lega in primis. Matteo Salvini ha definito quello contro Berlusconi «un accanimento giudiziario che non ha precedenti nella storia repubblicana. La perizia psichiatrica? Dovrebbe essere qualcun altro a essere visitato». Sulla stessa lunghezza d'onda Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera (Fratelli d'Italia): «Richiesta vergognosa oltre che offensiva. Le perizie psichiatriche debbano essere fatte a taluni magistrati». Michaela Biancofiore, deputata di Coraggio Italia, rilancia la proposta - già avanzata da Libero- di nominare Berlusconi senatore a vita: «Sarebbe un gesto storico di pacificazione nazionale. La nomina da parte di Sergio Mattarella potrebbe essere il minimo riconoscimento» per quanto subìto dal Cav per 25 anni. Da sinistra, arriva il sostegno di Bobo Craxi: «C'è qualcosa di malato negli inquirenti, non nell'imputato. Siamo di fronte a una persecuzione politica e giudiziaria bella e buona».

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