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Michele Emiliano trema, arrestato il capo della Protezione civile in Puglia: Covid e mazzette, esplode la bomba a sinistra

Francesco Specchia
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S' era preso «la mazzetta e la manzetta» (20mila euro e un taglio di carne bovina pregiata) conditi da auguroni di «buon Natale e chisse so' l'ove», e vissero «tutti felici e contenti». Sembra uno di quei personaggi pantagruelici e sottotraccia usciti dal film LaCapagira di Alessandro Piva o dai romanzi di Attilio Veraldi, Mario Antonio Lerario, beccato da una microspia piazzata rocambolescamente dentro l'auto mentre intascava la sua bella tangente.

Lerario, in Puglia, non è un passante. È il dirigente assoluto della Protezione Civile pugliese, l'uomo che custodiva la cassa di tutta l'emergenza della Regione; comprava, fabbricava e spostava derrate di mascherine; gestiva la realizzazione del enorme centro Covid della Fiera del Levante. Milioni e milioni di euro di appalti presi e distribuiti a piacere sotto l'ombrello delle procedure d'emergenza. Era partito, Lerario, con l'essere un mix semionnipotente fra il generale Figliuolo e Curcio; e s' è trasformato, a botte di mazzette, nel Mario Chiesa del Covid.

IL CHIESA DEL COVID - Arrestato in flagranza di corruzione grazie ad un'operazione della Finanza il dirigente -per nulla stupito del contesto- è, in queste ore la miccia di una bomba che potrebbe esplodere in mano al governatore pugliese Michele Emiliano. Il quale Emiliano commenta che «i fatti che emergono obbligano tutti a un'ulteriore massima allerta su qualunque procedura per la acquisizione di beni e servizi»; e si dice amareggiato e sconcertato. Giusto, ci mancherebbe. La buona fede del Presidente è indiscutibile.

Certo, mi viene da pensare che, se fosse successo -per dire- a Zaia, el gobernator del Veneto sarebbe stato crocefisso sul pennone più alto delle sua macchina ammnistrativa, esposto al fuoco della grande stampa. Ma forse è solo un'impressione. O forse no. Fatto sta che, già quest' estate, giravano a Bari dossier monchi e mezze frasi sulle opacità delle operazioni di Protezione Civile e sull'Ospedale della Fiera, efficientissimo certo ma costato troppo tra variazioni di capitolati e prezzi esplosi all'improvviso senza gare (l'edizione locale di Repubblica ne aveva fatto un cavallo di battaglia) .

Ora l'indagine, giornalisticamente suntuosa, è tutta in divenire. E si muove su tre filoni investigativi: il primo sull'Ospedale e i suoi ordini di servizi aggiuntivi lievitati da 8 a 17,5 milioni; il secondo sull'acquisto di mascherine in stile Arcuri, compresa la costruzione della fabbrica pubblica degli stessi dispositivi; il terzo, appunto, sulla corruzione, chez la busta consegnata dall'imprenditore Luca Leccese nell'ormai noto abitacolo della Bmw. Da ß, le Fiamme Gialle, affastellavano intercettazioni su intercettazioni nell'ufficio di Lerario a cui seguivano le periodiche bonifiche del dirigente, neanche fosse stato nel mirino della Cia. Io so che tu sai che io so. Quasi una plateale sfida allo Stato.

Si è chiuso il cerchio quando, nella perquisizione domestica del dirigente, sono affiorate scatole contenenti contanti da 2 a 11mila euro, a seconda di foggia e packaging. Ora, Lerario si difende. La strategia preprocessuale è quella di ammettere la manzetta, la carne (a cui s' aggiunge un cesto natalizio e una bottiglia di Champagne, per brindare a un incontro); e di negare di essere stato a conoscenza della mazzetta in busta chiusa coperta subito con un soprabito. Le Fiamme Gialle in queste ore compulsano e sbrogliano carte, sbobinando intercettazioni; vogliono ribaltare la Regione indagandone accuratamente le «zone d'ombra sulla gestione dell'attività contrattuale».

LE REAZIONI - Naturalmente la Commissione Bilancio della Regione analizzerà con scrupolo (ora) le spese della Protezione Civile e il coinvolgimento dei vari imprenditori locali. E ci mancherebbe. L'ultima nota, sempre ufficiale, di Emiliano è: «Siamo di fronte a eventi molto gravi, tanto più se si considera che potrebbero essere stati commessi nel pieno dell'emergenza pandemica e approfittando dell'urgenza di procedere a gare e lavori finalizzati a proteggere vite umane». E ha ragione, il Governatore: i processi vergheranno la verità giudiziaria. Però, conoscendo autorevolezza e controllo capillari che Emiliano, da magistrato, mette alla base di ogni atto amministrativo; be', possibile che non si sia interrogato sul sistema di selezione della sua classe dirigente? Ricordo il precedente cozze pelose, nel 2015, non elegantissimo. Cosa sta succedendo alla regione gioiello del sud?....

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