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Report, "Giorgio Napolitano e la Procura di Roma": Renzi, le trame all'ombra di Palazzo Chigi

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A non volere il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri come guardasigilli del governo Renzi fu il Quirinale, ma anche Giuseppe Pignatone, già procuratore capo di Roma e oggi presidente del Tribunale Vaticano. La rivelazione è dello stesso leader di Italia Viva in un'intervista concessa a Report, che andrà in onda su Rai Tre questa sera che è stata anticipata dal Fatto Quotidiano. Racconta Matteo Renzi che "il presidente Giorgio Napolitano, con le sue motivazioni, decise di non nominare Nicola Gratteri, ministro di Giustizia. Che siano intervenuti i magistrati, penso di poterlo chiarire: se lei mi domanda di Pignatone, le dico di sì perché è un nome che mi è stato riferito nel corso dei miei colloqui al Quirinale".

 

 

Ma c'è anche un altro episodio che ha visto Renzi protagonista quando era presidente del Consiglio. Il leader di Italia Viva - come riporta il Fatto - rivela l’incontro avvenuto nella primavera-estate del 2014 in una saletta riservata di un aeroporto di Malpensa con l’allora procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati, proprio lo stesso periodo in cui ad Alfredo Robledo veniva revocata l’indagine sul mega appalto per la piastra di Expo in odore di combine. "Questa è una vicenda che riguarda la Procura di Milano, della quale io non ho alcuna notizia" ha commentato Renzi che nega di aver chiesto a Bruti Liberati di rimandare, sospendere o bloccare le inchieste. Di certo ha ringraziato pubblicamente il procuratore capo dopo il successo di Expo. "Se hai una situazione nella quale si rischia di bloccare tutto, un grande evento internazionale che salva l’immagine di Milano e dell’Italia nel mondo", si è giustificato Renzi, "hai delle persone che lavorano nel rispetto istituzionale, come fa la Procura di Milano, come fa il Dagl, come fa l’Anac, io da presidente del Consiglio dico grazie".

 

 

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