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Giulia Bongiorno scavalcata all'ultimo da Nordio? La rivincita: ora...

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Citata più volte come papabile ministro della Giustizia e poi, nel gioco degli equilibri tra i partiti della maggioranza, scavalcata al fotofinish dal "Fratello d'Italia" Carlo Nordio, la leghista Giulia Bongiorno, avvocato, sarà presidente della commissione Giustizia al Senato. Lo stesso ruolo alla Camera dovrebbe andare invece alla meloniana Carolina Varchi, se non sarà dirottata all'Antimafia. Ultimata, infatti, la squadra di governo con viceministri e sottosegretari, mancano ancorale tessere relative alle 24 commissioni permanenti di Camera e Senato (14 a Montecitorio e 10 a Palazzo Madama).

 

I partiti di maggioranza hanno raggiunto un accordo sulla distribuzione complessiva: a Fdi spetta metà delle presidenze, 12 in tutto, 7 alla Camera e 5 al Senato; alla Lega ne andranno 7, e a Fi 5 (3 e 2). Il puzzle è complicato dalla volontà di "incrociare" ciascun ministero con i presidenti delle relative commissioni, in modo tale che se un ministro è di un partito, le presidenze delle commissioni di merito vadano agli altri partiti della coalizione. La Affari Costituzionali del Senato andrebbe ad Alberto Balboni (Fdi) e quella della Camera al leghista Igor Iezzi; la Bilancio di Palazzo Madama spetterebbe a Nicola Calandrini (Fdi) e a Montecitorio all'azzurro Roberto Pella, e così via.

 

I rumor del Transatlantico della Camera fanno rimbalzare i nomi, per quel che riguarda Fdi, di Giulio Tremonti alla Esteri, di Marco Osnato (o Andrea De Bertoldi o Ylenia Lucaselli) alla Finanze, di Federico Mollicone alla Cultura. Ma in tema di giustizia, ieri, ha fatto discutere anche la notizia di una possibile commissione d'inchiesta sulla magistratura proposta da Forza Italia, da sempre garantista. Il Pd non ci sta. «Governo e maggioranza Meloni sono vintage anche nelle proposte. Si rinvia una riforma innovativa come la Cartabia, ma ritorna l'evergreen della commissione d'inchiesta contro i pm. Un eterno gioco dell'oca che ti riporta indietro di 30 anni», ha commentato la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia del Pd, Anna Rossomando.

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