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Csm, Pd oltre lo scandalo: il loro uomo non ha i titoli. Eppure...

Roberto Romboli

Paolo Ferrari
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Il “sistema” ha fatto male i conti: Roberto Romboli non ha i requisiti per essere eletto al Consiglio superiore della magistratura. Il professore pisano, dopo l’imboscata organizzata da Repubblica nei confronti di Giuseppe Valentino, l'avvocato calabrese che Giorgia Meloni avrebbe voluto alla vice presidenza del Csm, è attualmente il predestinato al ruolo di numero di Sergio Mattarella a Palazzo dei Marescialli. La legge istitutiva del Csm, la numero 195 del 1958, stabilisce però che i dieci componenti eletti dal Parlamento siano scelti «tra i professori ordinari di università in materie giuridiche e tra gli avvocati dopo quindici anni di esercizio professionale».

Romboli, classe 1950, è attualmente un professore in pensione. Non un ordinario. Nel suo cv, infatti, è indicato come “emerito”. Si diventa professore “emerito”, un titolo prettamente onorifico, dopo aver prestato almeno 20 anni di servizio in qualità di professore ordinario. Cosa che ha fatto Romboli, docente di diritto all’Università di Pisa e costituzionalista affermato. 

 

 

La sua candidatura era stata espressa dal Pd (in base all’accordo sulla spartizione delle nomine, sette al centrodestra, una al Pd, una al M5s, e una al Terzo polo, raggiunto tra maggioranza e opposizione). La mancanza dei requisiti di Romboli, sollevata proprio su questo giornale dal professore Pieremilio Sammarco, in queste ore sta mettendo in fibrillazione le correnti dell’Associazione nazionale magistrati. Un neo consigliere del Csm, a microfoni spenti, ha ricordato che durante la Costituente venne messo ai voti un emendamento diretto a consentire che potessero essere eletti al Csm anche i magistrati a riposo.

L’emendamento venne respinto perché i componenti del Csm devono un qualifica operativa in essere. Quando un incarico può essere ricoperto da un “pensionato” , viene indicato dalla norma, come nel caso della legge istitutiva della Scuola superiore della magistratura del 2006, in cui possono far parte del Comitato direttivo «professori universitari, anche in quiescenza». I tifosi di Romboli, terrorizzati, stanno rispolverando il precedente di Annibale Marini, professore in pensione, che venne eletto nel 2010 al Csm. Marini, però, a differenza di Romboli era anche un avvocato con un importante studio a Roma.

 

 

Prima dell’insediamento, previsto per il prossimo 24 gennaio, i requisiti dei componenti laici saranno esaminati dalla Commissione verifica titoli, composta da due togati e un laico, quest’ultimo scelto fra quelli che hanno preso più voti. Quindi Romboli stesso. Un corto circuito senza precedenti. Se saltasse Romboli, il centrodestra potrebbe riscattare lo smacco subito con Valentino, proponendo la candidatura dell’avvocata Daniela Bianchini, eletta in quota Fratelli d’Italia. Valentino era stato oggetto di un cecchinaggio da parte del “sistema” questa settimana che aveva tirato fuori, a voto iniziato, una vecchia storia di 'ndrangheta. Dicono che Giorgia Meloni sia rimasta quanto mai contrariata per l’accaduto. Valenti è uno dei suoi uomini di fiducia, ricoprendo l’incarico di presidente della Fondazione di An. In caso ci fossero perplessità su Bianchini è già pronto l’avvocato padovano Fabio Pinelli, ufficialmente voluto dalla Lega ma in ottimi rapporti con la sinistra. Fra i suoi “sponsor” vi è Luciano Violante, ex presidente della Camera. Un vice presidente del Csm non di sinistra rappresenterebbe una svolta epocale dopo decenni di monopolio Pd. Non è da escludere, allora, qualche nuovo colpo basso da parte del “sistema” per azzoppare i candidati non graditi di centrodestra.

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