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Cesare Battisti, la mossa per ottenere i permessi-premio

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Cesare Battisti disposto a tutto pur di uscire di galera. Condannato all'ergastolo per quattro omicidi e altri fatti di sangue quando militava nei Proletari armati per il terrorismo, Battisti aveva iniziato a lavorare all'iter - previsto dalla riforma Cartabia - per chiedere di essere ammesso alla mediazione penale, che fa parte della giustizia riparativa. Una scelta - riporta Repubblica - allo scopo di poter accedere ai benefici penitenziari e ai permessi premio.

Ora però il trasferimento dell'ex terrorista dal carcere di Parma a quello di Massa ha interrotto la procedura che deve essere ripresentato. In sostanza, la prassi consiste nel chiedere di incontrare i parenti delle vittime, che comunque possono rifiutare gli incontri. Già il solo fatto di aver intrapreso il percorso di mediazione, infatti, può essere un elemento di valutazione da parte della magistratura di sorveglianza che decide se concedere benefici che consentono anche agli ergastolani di uscire dal carcere in permesso

 

 

La notizia ha creato non poco sgomento. Battisti ha commesso due delitti come esecutore materiale: quello del maresciallo di polizia penitenziaria Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, e quello dell'agente della Digos Andrea Campagna, ucciso a Milano il 19 aprile 1978. Ma non solo, perché l'ex terrorista è stato coinvolto nelle uccisioni del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, avvenute entrambe il 16 febbraio 1979, la prima a Milano e la seconda a Mestre. Motivo per il quale è stato arrestato dall'Interpol in Bolivia nel gennaio 2019, dopo ben 37 anni di latitanza. Da un anno Battisti è stato "declassificato", da detenuto in regime di alta sicurezza a detenuto comune, condizione che gli permette di iniziare a progettare un percorso che porti alla concessione dei permessi. 

 

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