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Guido Crosetto, altro attacco alla magistratura: "Le frasi che mi preoccupano"

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"Le leggi si fanno in Parlamento". Guido Crosetto interviene alla Camera durante l'informativa in merito alla sua celebre intervista sul Corriere della Sera e sferra un nuovo, durissimo attacco alla magistratura politicizzata. 

"Quando leggo che esiste una legittima discussione all'interno della magistratura sul ruolo che la magistratura debba avere e si ipotizza che debba avere un ruolo che va al di là, secondo me, di quello che la Costituzione gli attribuisce, io penso che sia giusto riportare all'interno di quest'Aula il dibattito su quale deve essere il ruolo, su quali devono essere i confini, non solo della magistratura ma anche del parlamento e del governo: ognuno sulle sue cose", mette subito in chiaro il ministro della Difesa.

 

 

 

"Per questo mi preoccupano - ribadisce - frasi che dicono 'Noi dobbiamo sostituire l'attività legislativa perché il Parlamento non ha il coraggio di intervenire in modo specifico su alcune leggi e quindi la giurisdizione deve intervenire e operare al posto del Parlamento'. Io non penso sia quello il ruolo della magistratura e lo dico nel rispetto di migliaia di magistrati che ogni giorno lavorano e operano secondo la legge e secondo i dettami costituzionali e lo dico perché questo dibattuto va portato in quest'Aula".

"I concetti che vi ho espresso voglio che rimangano in quest'aula, rimangano agli atti perché ci sarà un domani nel quale di queste cose dovremo rispondere, perché sono le regole basilari della democrazia, che dovrebbero interessare non me, ma tutti noi", sottolinea ancora Crosetto rivolgendosi ai parlamentari, opposizione in testa.

 

 

 

"Se guardate gli indici degli investitori istituzionali, vedrete che noi siamo agli ultimi posti nel mondo per come funziona la nostra giustizia. E non è un attacco alla magistratura, riguarda, probabilmente, riforme più ampie. In primo luogo, ci sono i tempi: un processo civile - non parlo di cose penali - dura più del doppio che in altri Paesi. E questo cosa fa sì? Fa sì che gli investitori, quando devono decidere - anche quelli italiani - dove trasferire la sede legale delle società o delle holding, vanno all'estero". "Io non ritengo che il colpevole di queste cose che non funzionano sia la magistratura - scandisce Crosetto -. Il magistrato, se non ha personale, non ha strumenti, se non ha la possibilità di fare, non può rispondere. La colpa è complessiva, parte da qui anche quella, parte dal Governo, parte da chi, in questi anni, si è concentrato piuttosto su uno scontro, senza andare a risolvere i problemi, che, poi, toccavano le aziende e i cittadini normali".

"All'interno di questo ci sono quelle regole di cui dicevo prima - torna al punto iniziale il ministro -: guardate che la prevedibilità del giudizio è la base democratica della convivenza civile, il fatto che un cittadino o un'azienda sappia se da un determinato comportamento discende una colpevolezza oppure gli dà la sicurezza di essere nella legge, di rispettarla, ci interroga su quanto la giurisprudenza possa ampliare i margini definiti dalla legge. Questi ritengo siano temi di cui si può parlare civilmente".
 

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