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Filippo Turetta, "omicidio premeditato" di Giulia Cecchettin: rischia l'ergastolo

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"Premeditazione ampiamente provata". Filippo Turetta, che lo scorso novembre uccise la fidanzata Giulia Cecchettin abbandonandone il corpo in un canalone del lago di Barcis, in Friuli Venezia Giulia, dovrà rispondere oltre che di omicidio premeditato, di sequestro di persona, occultamento cadavere e stalking. "La premeditazione allo stato è data da tutta una serie di modalità e attività che Turetta ha fatto prima di aggredire la Cecchettin - piega il procuratore di Venezia Bruno Cherchi -. Ossia la ricerca sul web di luoghi di montagna dove nascondere il cadavere, l'acquisto di cerotti, scotch e corde con cui legarla e di altri strumenti atti al suo disegno, l'acquisto della cartina stradale per la fuga". Per una settimana, infatti, Turetta si era dato alla macchia fino a essere identificato e arrestato in Germania, dove era rimasto fermo in autostrada dopo aver finito benzina e soldi.

Per l'indagato, detenuto nel carcere di Verona, come detto, l'accusa è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, sequestro di persona e occultamento di cadavere, inoltre gli viene contestato anche lo stalking. Il 22enne, aggiunge Cherchi, uccise Giulia "con crudeltà". 

 

 

 

Per lui non sarà percorribile la via del rito abbreviato, e questo proprio per il cambio dell'imputazione da omicidio volontario a premeditato. Per la fissazione dell'udienza preliminare, Cherchi ha aggiunto che "ci saranno i tempi tecnici necessari alla difesa per controllare, vedere, compulsare il fascicolo processuale, che è rilevante. Ci sono tutte le consulenze che dovranno essere valutate, anche se sono state fatte con la partecipazione della difesa fin dall'inizio. Fatto questo - ha concluso - penso che i tempi saranno brevi". Cherchi ha spiegato che la gravità dei reati contestati, da ergastolo, escludeva in origine la possibilità di patteggiare; il cambio di imputazione, da omicidio volontario si è aggiunta l'aggravante della premeditazione, "porterà, se la difesa dell'imputato lo riterrà opportuno, a un passaggio dal Gup per le contro deduzioni".

 

 

 

Per il procuratore si tratta di "atti a difesa che non riguardano la procura, che ha agito per la formulazione dei capi d'accusa su dati oggettivi". I passaggi sono quelli di un eventuale ricorso al Gup da parte dei legali di Turetta, con eventuale suo interrogatorio. Il tutto entro 20 giorni da oggi, ovvero dalla chiusura delle indagini, ma "che potranno essere di più su richiesta della difesa, vista la mole e complessità degli atti e delle perizie, che sono comunque già note a Turetta in quanto sono state svolte con consulenza di parte". Il processo in Corte d'Assise potrebbe tenersi dopo l'estate.

Al di là di indagini e accuse, Cherchi si dice preoccupato anche per l'eco mediatica di tutta la vicenda, un dibattito diventato subito molto culturale e addirittura politico riguardo a parole-chiave come "femminicidi" e soprattutto "patriarcato". "Bisogna considerare che in corte d'Assise la giuria è popolare", sottolinea il procuratore riferendosi alle pressioni dell'opinione pubblica. "Pressioni che possono avere toccato Turetta, che ha tutto il diritto di difendersi dalle accuse che gli vengono contestate quando saremo al processo".

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