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Riforma intercettazioni, Nordio: "L'altra faccia della libertà"

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"Noi non vogliamo imbavagliare i giornalisti, vogliamo attuare il principio dell'articolo 15 della Costituzione": il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, lo ha detto a proposito della riforma delle intercettazioni durante il suo intervento alla cena di ieri, sabato 6 luglio, al Forum in Masseria, organizzato da Bruno Vespa e Comin & Partners. "L'articolo 15 della Costituzione, che è la più bella del mondo, è chiarissimo - ha spiegato il Guardasigilli - e dice che le conversazioni sono segrete e questa segretezza è l'altra faccia della libertà, ed è ovvio". 

"Pascal - ha proseguito Nordio - diceva che se tutti sapessero quello che noi diciamo degli altri non avremmo un amico. Il voto è libero perché è segreto. Se non fosse segreto non sarebbe libero. Quindi segretezza e libertà sono due facce della stessa medaglia. Tant'è vero che l'articolo 15 dice che la segretezza delle conversazioni, delle comunicazioni è inviolabile, salvo i casi previsti dalla legge, ma è l'eccezione, non la regola. Mentre oggi è diventata la regola e non l'eccezione". 

Il ministro ha quindi chiarito che il governo non ha nessuna intenzione di "imbavagliare la stampa, vogliamo che delle intercettazioni si faccia l'uso che la legge e la Costituzione prevedono. Devono essere strumenti di ricerca della prova e devono restare segrete. Cioè, io ascolto Vespa che parla di pentole che deve consegnare domani sera a Nordio. Allora cosa faccio? Lo seguo e vado a vedere se consegna pentole o se consegna polvere bianca".

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