Anm, vietato criticare le toghe che indagano i poliziotti

di Giovanni M. Jacobazzimercoledì 18 giugno 2025
Anm, vietato criticare le toghe che indagano i poliziotti
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Vietato criticare i magistrati. Con un comunicato scritto da chi, evidentemente, non vuole che il proprio operato sia messo in discussione, la sezione leccese dell’Associazione nazionale magistrati ha deciso di rispondere a coloro che in questi giorni hanno manifestato «perplessità» sull’operato della Procura di Taranto. Al centro del dibattito l’iscrizione nel registro degli indagati, il quanto mai discutibile atto “dovuto”, dei due poliziotti del commissariato di Grottaglie che al termine di un conflitto a fuoco hanno ucciso Michele Mastropietro, il bandito che aveva colpito a morte il brigadiere Carlo Legrottaglie.

La giunta, si legge nella nota, «reputa né condivisibili e né accettabili» le critiche. In particolare, la natura degli accertamenti non «può essere letta come uno schiaffo alla realtà, alla logica e al lavoro di chi ogni giorno rischia la pelle per proteggere i cittadini o come una manifestazione di confusione odi contraddizione, o il segno di voler criminalizzare il personale della polizia di Stato».

Qualche dubbio, a dire il vero, ci sarebbe perché non esistono gli atti dovuti nel codice di procedura penale. Se i pm hanno deciso di iscrivere nel registro degli indagati i due agenti per eccesso colposo è perché sono conviti che qualcosa non torni. In caso contrario avrebbero disposto l’archiviazione senza dover ricorrere ad una autopsia e ad una serie di perizie e contro perizie. Tempi lunghi e fonte di stress ed ansia per gli agenti “colpevoli” di aver svolto il proprio dovere.

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«Il problema per un poliziotto non è solo essere indagato. Il nodo vero sono i costi legati al sacrosanto diritto di difendersi in tribunale nel modo migliore, perché aver aumentato da 5.000 a 10.000 euro l’anticipo delle spese legali potrebbe non garantire la copertura totale degli onorari da corrispondere, soprattutto se si nominano periti di parte che sono quasi sempre necessari per una adeguata difesa», ha affermato Pietro Colapietro, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil. «Da questo punto di vista comprendiamo benissimo la voglia di tanti poliziotti di contribuire con piccole donazioni a supportare i colleghi indagati. Ma non è giusto», ha aggiunto.

Il problema, infatti, riguarda proprio le spese legali che gravano pesantemente sulle spalle di chi si trova coinvolto in un procedimento per fatti di servizio. L’ultima parola è dell’Avvocatura dello Stato che ha il compito di valutare la “congruità” delle parcelle degli avvocati e dei consulenti tecnici. E quasi sempre scattano pesanti decurtazioni anche in caso di assoluzione. «Siamo l’anello debole della catena», gli fa eco Massimiliano De Angelis, segretario per Roma ed il Lazio del Silp Cgil, ponendo l’accento su un altro problema che investe i poliziotti coinvolti in una indagine penale: i procedimenti disciplinari. Questi ultimi hanno infatti pesanti conseguenze dal punto di vista stipendiale e sugli sviluppi di carriera. «Respingo al mittente la nota dell’Anm pugliese e attendo ancora le scuse al popolo in divisa di tutti i togati italiani. Noi andremo avanti. E non ci faremo mettere a tacere», sono state le parole di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia.

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L’azzurro ha annunciato una maggiore tutela delle divise quando agiscono in difesa dei cittadini. «Le norme vanno riviste», ha sottolineato Gasparri, manifestando dubbi sul fatto che «molti togati siano troppo facilmente portati ad assumere iniziative giudiziarie nei confronti di poliziotti, carabinieri o finanzieri che tutelano la legalità». «Quanto accaduto è stato fortunatamente un episodio isolato, ma è indicativo delle difficoltà del mondo della sicurezza e delle forze dell’ordine durante le attività di controllo del territorio e nelle garanzie di sicurezza che devono offrire alla cittadinanza», ha affermato Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno.

A difesa dei magistrati sono scesi in campo i grillini. «Gli attacchi rivolti ai magistrati di Taranto sono inaccettabili. In un momento di profondo dolore per il territorio, le istituzioni dovrebbero essere unite e non divise da polemiche che minano la fiducia dei cittadini nella giustizia», ha detto il senatore Mario Turco, vicepresidente del M5s. Per Turco si tratta di «indagini doverose». «La magistratura va difesa e rispettata. Il suo ruolo è quello di cercare la verità, con equilibrio e indipendenza, nell'interesse della collettività».

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