Albania, Nordio contro le toghe: "E questo non sempre è avvenuto"

venerdì 1 agosto 2025
Albania, Nordio contro le toghe: "E questo non sempre è avvenuto"
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"La sentenza riconosce il diritto dell'Italia a designare un Paese terzo come 'Paese di origine sicuro' anche tramite un atto legislativo, come abbiamo fatto noi. Quanto al sindacato del giudice, esso dev'essere effettivo e motivato. Il giudice, dice la Corte, deve accertarsi dell'affidabilità delle informazioni dalle quali deriva il suo convincimento e darne adeguata motivazione. E non sembra che questo sia sempre avvenuto".

Con queste parole il ministro della Giustizia Carlo Nordio commenta la sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea circa la designazione da parte degli stati dell'UE di un Paese terzo come "Paese di origine sicuro". L'ultima tappa di una feroce battaglia politico-giudiziaria riguardo all'accordo Italia-Albania per il trasferimento di immigrati irregolari.

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La sentenza della Corte europea è stata accolta con enorme soddisfazione dalle opposizioni e, com'era facile prevedere, anche dalle toghe italiane che più volte negli ultimi mesi si erano opposte alle misure del governo guidato da Giorgia Meloni in materia di lotta all'immigrazione clandestina. Secondo la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati, si legge in una nota la sentenza "conferma in modo inequivocabile la correttezza dell'interpretazione fornita dai giudici italiani, più volte oggetto, in questi mesi, di pesanti attacchi pubblici per l'esercizio della loro funzione. I giudici non fanno le leggi, ma le applicano in modo attento e scrupoloso e, come confermato dalla Corte di giustizia Ue, devono poter esercitare un sindacato pieno e indipendente sul rispetto dei diritti fondamentali".

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Il tema coinvolge la giustizia, ma anche i soggetti che a vario titolo si occupano di immigrazione. Per Adriana Tidona, ricercatrice sulle migrazioni di Amnesty International, "la sentenza di oggi rappresenta un duro colpo per l'accordo tra Italia e Albania, che prevede il trasferimento delle procedure di asilo. La Corte ha stabilito che la designazione di un paese come 'sicuro' deve prevedere la possibilità di un riesame giudiziario effettivo e trasparente, e deve basarsi su fonti di informazione accessibili, condizioni che l'Italia, al momento, non garantisce. Se l'Italia non si adeguerà alla sentenza sia a livello normativo sia nella prassi, i trasferimenti in Albania fondati sul concetto di 'paese di origine sicuro' non saranno conformi al diritto dell'Unione europea". 

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