La controversa, illogica decisione del Tribunale dei Ministri di chiedere l’archiviazione per il premier Giorgia Meloni e l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, ha sollevato un polverone politico e istituzionale. Tra le voci più dure, quella di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, che ha definito la decisione “paradossale” e “motivata da intenti politici”.
La vicenda ruota attorno al caso-Almasri, il libico al centro di una controversa richiesta di estradizione. Secondo la procura di Roma, e ora anche secondo il Tribunale dei Ministri, ci sarebbero responsabilità specifiche in capo a tre esponenti di governo per la gestione del caso. Ma il premier, nonostante fosse – come da lei stessa dichiarato – pienamente informata degli sviluppi, viene esclusa da ogni responsabilità penale.
Per Gasparri, questa separazione appare del tutto artificiosa e sospetta: “È chiaro che il vertice del governo era informato di quanto stava avvenendo. Separare le responsabilità non si capisce a quali esigenze risponda. La verità è che la magistratura appare mossa solo da intenti politici e non dall’accertamento della verità”, picchia duro il forzista.
Daniele Capezzone, deliri a sinistra sul caso-Almasri: "Meloni aggredisce i magistrati"
Eccoci ad "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima curata da Daniele Capezzon...Il senatore azzurro punta il dito contro quella che definisce una “giustizia a doppia velocità”, che colpisce alcuni esponenti del governo mentre ne assolve altri, in base a logiche che sembrano più mediatiche e ideologiche che giuridiche. La critica più feroce, tuttavia, è rivolta al sistema giudiziario nel suo complesso: “È un momento davvero triste per la giustizia italiana. L’uso politico della giustizia prosegue in dimensioni inaudite ed impone riforme ben più forti di quella che stiamo portando avanti”.
Ma il j’accuse di Gasparri non si ferma alla magistratura italiana. Anche la Corte Penale Internazionale finisce nel suo mirino: “È la Corte Penale che ha fallito: prima dava ad Almasri il bollino blu in Germania, poi diventava improvvisamente un pericolosissimo criminale in Italia. Questo doppio standard mina ogni credibilità”. Parole durissime, che si inseriscono in un clima tesissimo tra esecutivo e magistratura. Per Gasparri, è necessario un cambio di passo deciso: “Bisogna bonificare la magistratura dai condizionamenti politici. Questo è il dovere del Parlamento e della democrazia", conclude Maurizio Gasparri.