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Pro e contro Trump? Ecco quali sondaggi sono utili a monitorare la vera evoluzione dell'umore politico

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Glauco Maggi
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Nelle elezioni di martedi' 5 novembre i Repubblicani hanno perso il governatore del Kentucky, vinto il governatore del Mississippi e perso il parlamento locale della Virginia. Che cosa cio' significhi come anticipazione del voto presidenziale fra un anno esatto e' presto detto: zero. La sconfitta in Kentucky sarebbe importante per le sorti dei DEM, se non fosse che il governatore repubblicano trombato era il piu' impopolare in America per come aveva governato per 4 anni, e soprattutto che le altre cinque cariche statali in palio, dal procuratore generale al tesoriere, sono andati a candidati del GOP con buon margine. Hanno preso, cioe', molti piu' voti del governatore sconfitto, il quale peraltro ha perso con un margine dello 0,3%. Trump, che aveva tenuto lunedi' sera un comizio per appoggiare la squadra del GOP, ha cosi' potuto twittare che grazie al suo intervento ha fatto vincere 5 repubblicani, e ha trascinato il governatore mancato quasi al traguardo. L'appeal di Trump in Kentucky, stato rosso in cui nel 2016 aveva vinto con 30 punti, resta dunque elevato e sara' decisivo fra un anno. Nessun DEM si illude che il presidente non sara' riconfermato in Kentucky, come pure nel Mississippi, dove ha vinto il governatore repubblicano, di prima nomina, con 8 punti percentuali sul Democratico. (Trump vinse nello stato del sud per 17 punti nel 2016). In Virginia, la Hillary aveva battuto Trump tre anni fa, e cosi' potrebbe avvenire nel 2020 per il futuro candidato DEM. Quindi, nessuna novita', prevedibile oggi, per questi 3 Stati. Dove conta davvero monitorare l'evoluzione dell'umore politico pro o contro Trump e' negli Stati ballerini (swing), che sempre decidono la presidenza. Mentre i sondaggi nazionali valgono, per quello che valgono, come previsione del voto popolare nazionale, e' agli specifici sondaggi negli stati swing che va prestata attenzione seria, perche' sono determinanti per la conquista dei Grandi Elettori stato per stato, quelli effettivi per decidere la sfida. La Hillary vinse la corsa platonica nazionale con 3 o 4 milioni in piu' di Trump in tutta America, ma Trump ottenne 306 Grandi Elettori contro 232 della Clinton. (Per inciso, anche il liberal Trudeau ha avuto molti voti in meno dello sfidante conservatore, a livello nazionale, nelle recenti elezioni delle diverse province canadesi, ma per la legge locale ha vinto lo stesso lui, riconfermandosi premier: se qualcuno nella stampa nazionale si e' stracciato le vesti come ha fatto per Trump “presidente di minoranza” io me lo sono perso). Il sondaggio New York Times-Siena College appena pubblicato, relativo agli Stati che saranno il vero terreno di battaglia (battleground), raffredda assai le illusioni date ai liberal dalla media dei sondaggi nazionali, che danno Biden davanti a Trump di una decina di punti nel testa a testa e anche Sanders e Warren che battono Trump con buon distacco. Ecco la situazione negli Stati Swing, che complessivamente mostra che Trump mantiene la stessa forza mostrata nel 2016 contro la Clinton, anzi in qualche caso l'ha migliorata, rispetto ai 3 sfidanti DEM piu' accreditati. Il sondaggio che riportiamo qui sotto e' quello condotto tra i “probabili elettori”, piu' probante rispetto a quello tra i semplici “registrati a votare”. MICHIGAN: Biden +1punto su Trump; Sanders + 3 su Trump; Trump +4 su Warren. PENNSYLVANIA: Biden +1 su Trump; Trump +1 su Sanders; Trump + 2 su Warren WISCONSIN: Biden + 2 su Trump; Trump pari a Sanders; Trump + 2 su Warren FLORIDA: Biden +2 su Trump; Trump + 2 su Sanders; Trump + 4 su Warren ARIZONA: Biden +2 su Trump; Trump +4 su Sanders; Trump pari a Warren NORD CAROLINA: Trump + 2 su Biden; Trump + 4 su Sanders; Trump + 4 su Warren Come si vede, anche dove Trump e' dietro, il distacco e' minimo, statisticamente poco rilevante secondo i sondaggisti. Nel 2018, alle elezioni di medio termine, il GOP perse alla Camera una quarantina di deputati e la maggioranza, e guadagno' alcuni Senatori. Molti commentatori avevano proiettato i risultati negativi per i repubblicani alla Camera sul voto presidenziale del 2020, traendo un presagio funesto per Donald. Il sondaggio citato per gli Stati ballerini dice pure qualcosa d'altro, su questo aspetto, che dovrebbe frenare l'entusiasmo dei DEM: i due terzi di coloro che votarono per Trump nel 2016 e poi, nel 2018, hanno votato per un Democratico, hanno l'intenzione di rivotare per Trump nel 2020. di Glauco Maggi

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