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"Io con una donna? Quasi quasi... solo lei potrebbe capire il mio intimo"

Selvaggia Lucarelli

La Lucarelli risponde a White Angel: "Non ho istinti lesbo, ma per tanti aspetti le ragazze sono meglio dei maschi di oggi. Più serie, meno ipocrite e mammone. E sanno giudicare un body"

Andrea Tempestini
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Cara White Angel, la tua lettera grondante amore e lasagne mi fa venir voglia di rispondere  non solo a te ma all'incredibile numero di donne che in questi ultimi tempi mi hanno proposto per via epistolare amori platonici e carnali, notti di passione e giri di shopping, pomeriggi d'amore e di pettegolezzi. Anche al bar e al semaforo, ormai, mi fermano quasi più le donne che gli uomini, facendomi dichiarazioni d'amore sperticate, mentre gli uomini, al massimo,  sono lì a chiedermi l'amicizia su Facebook. E quindi sì, lo confesso. Alla soglia dei 40 anni l'ho pensato: quasi quasi mi butto sulle donne.  Quasi quasi la smetto di lamentarmi di uomini assenti, insicuri, competitivi, egoisti, narcisisti, immaturi, sposati, fidanzati, tirchi,  dipendenti dal lavoro e da mammà, che ormai il complimento più elaborato che riescono a esprimere su una donna è «tanta roba».  Vaglielo a spiegare agli uomini che no, non siamo tanta roba. Siamo poche cose, poche robe, ma definite. Tanta roba, ammassata come le mutande fluo da due euro nel cesto delle offerte al mercato e parecchio, parecchio fumosa sono loro, gli uomini. Che non sanno più cosa vogliono e anelano libertà, spazio, coppia aperta ma pure la lasagna fumante e due marmocchi biondi  sintonizzati su Disney Channel che li aspettino a casa la sera.   E allora mia cara White Angel,  c'ho pensato su. Perché non una donna? Ok, non ho istinti primitivi e sensuali nei confronti delle femmine, ma se la Gregoraci s'è fatta piacere Briatore, figuriamoci se io non posso farmi piacere una donna. Certe cose si imparano. E in fondo, anche da quel punto di vista lì, la faccenda avrebbe i suoi vantaggi. Nessun complesso, nessun tipo di competizione retroattiva, nessun problema di centimetri e scemenze varie. Noi potremmo discutere di centimetri più nobili: quelli dei nostri tacchi, per esempio. Quelli di una giusta frangetta. Quelli dell'orlo della gonna.  E se decidessi di spendere 200 euro per un body de La perla di sicuro tu te ne accorgeresti, non me lo toglieresti di dosso con la sonora rozzezza del maschio medio, che manco nota se hai le mutande di seta o quelle a palloncino di Tata Matilda. E poi sì, non mi aspetteresti fuori dai negozi con la faccia del cocker castrato di fresco e avresti il coraggio tutto femminile di dirmi: «Con il tubino rosso fai cagare» e non i pavidi: «Stai bene, tu stai sempre bene, perché, come devi stare?» dei nostri scialbi maschi che pur di abbandonare un negozio sarebbero pronti a dirci che ci sta bene la divisa da trasferta dell'Inter.  Avrei chi mi passa la piastra sui capelli dietro senza sembrare gay, chi mi regala fiori e poi mi taglia pure i gambi per metterli nel vaso, chi mi dà consigli sul trucco che non siano la solita frasetta pronunciata da tutti i maschi del mondo alla fidanzata, e cioè «Sei più bella senza trucco».  Che poi dicono così e si ingrifano con Dita Von Teese detta appunta Dita perché ha due dita di Vissani per spessore di fondotinta e cipria.  Insomma White Angel, io sarei convinta. Per me si potrebbe fare. Se non fosse per un piccolo particolare: se si esce con una donna, a cena il conto si divide. E perdonami, ma io con una donna voglio condividere chiacchiere, confidenze, film lacrimosi, commenti da bar e delusioni amorose, ma non due primi, una mousse al cioccolato e due caffè macchiati.  Io amo le donne e i loro racconti. I conti, invece, li lascio volentieri agli uomini. di Selvaggia Lucarelli  Scrivi anche tu a Selvaggia Lucarelli: [email protected]

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