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Facebook perde il 10% a Wall Street, ma è giallo sulla quotazione del colosso social

Perdite pesanti per l'icona del web 2.0 quotata. Morgan Stanley: molte operazioni inevase al debutto

Giulio Bucchi
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Facebook fa flop in Borsa ma a Wall Street è giallo. Il titolo del social network creato e diretto da Marck Zuckerberg ha registrato perdite superiori al 10% nella sua seconda giornata di quotazioni. Un disastro, e la comunità finanziaria già si interroga sulle ragioni del tonfo. Nel frattempo, però, spunta un'e-mail di Morgan Stanley secondo la quale un "vasto numero" di operazioni sul titolo ordinate venerdì scorso, il giorno del debutto in borsa, non sarebbero ancora state effettuate. Smith Barney, una società di brokeraggio controllata dalla banca Usa, avrebbe segnalato il disservizio agli analisti nella sua mailing list assicurando di essere al lavoro per risolverlo.  Giallo Morgan Stanley - Pare che la banca Usa abbia trascorso l'intera sessione a cercare di mantenere il prezzo delle azioni ai livelli di quello del collocamento, finendo per spendere quasi due miliardi di dollari solo negli ultimi venti minuti di trading. Che tale ricostruzione sia vera o meno (sembrerebbero suffragarla anche i rumor trapelati dagli altri 32 sottoscrittori dell'Ipo, secondo i quali Morgan Stanley avrebbe mantenuto un controllo pressochè esclusivo sull'operazione, tenendoli all'oscuro di ogni dettaglio), è abbastanza plausibile che l'andamento anomalo del titolo abbia scoraggiato i piccoli investitori, distogliendoli oggi dagli acquisti, così come era difficile attendersi un destino diverso per un Ipo così colossale (16 miliardi rastrellati con il collocamento) al termine di una settimana dominata dallo spauracchio di un'uscita della Grecia dall'euro. Secondo altri analisti si è invece trattato di una specifica strategia della società californiana, che puntava a raccogliere la somma più elevata possibile dall'Ipo, addirittura alzando all'ultimo momento il numero di azioni emesse, pur conscia che ciò difficilmente avrebbe portato a una chiusura in deciso rialzo. Precedenti illustri - Facebook risulta quindi l'unica e-company che negli ultimi anni non abbia esordito sui mercati con un forte rialzo, come avvenne, ad esempio, con Linkedin o Pandora. Un copione già visto quando a debuttare sul Nasdaq fu Google. E, come in quel caso, perché vengano al pettine tutti i nodi occorrerà attendere la pubblicazione della prossima trimestrale. Nel frattempo lo scivolone di oggi ha già abbassato la capitalizzazione di mercato di Facebook a 93 miliardi di dollari dai 104 iniziali.

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