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Monti alimenta voci di crisi:"Non sono qui per durare"

Il presidente del Consiglio

Il premier: "Il mio obiettivo è la crescita". Poi l'appello ai partiti: "Subito la riforma elettorale, è un messaggio ai mercati"

Andrea Tempestini
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Il premier Mario Monti, intervistato da TgCom24, alimenta le voci su una possibile crisi e su voto anticipato: "L'obiettivo non è durare ma fare nel tempo consentito il possibile per mettere la società italiana sulla strada della crescita che è lunga da percorrere". Insomma, il premier spiega che non è a Palazzo Chigi per "durare". Sui risultati del governo, spiega: "Si vedranno più avanti ma il governo vuole essere sicuro di lasciare quando sarà completato il suo compito". Parole sibilline, che arrivano nei giorni in cui si vocifera sulla possibilità che si vada alle urne già il prossimo autunno. "Subito la riforma elettorale" - Uno dei nodi resta proprio quello della legge elettorale, la riforma del Porcellum. "Solo i politici posso dare rassicurazioni, ma se i mercati hanno considerato rigorose le politiche degli ultimi otto mesi è perché il governo le ha condotte con il consenso del Parlamento. Spero che diano ascolto a Napolitano per accordo riforma legge elettorale", ha aggiunto il professore. "Credo - ha continuato - che sul futuro politico dell'Italia siano i politici a poter dare rassicurazioni". E ancora: "Se le forze politiche riuscissero, come Napolitano spesso sollecita a fare, a trovare un accordo per la riforma della legge elettorale, si darebbe il senso di un progresso realizzato e anche i mercati e i cittadini, che sono più importanti dei mercati, sarebbero rassicurati". Un messaggio ben preciso, quello rivolto dal premier ai leader politici, che continuano a non trovare un'intesa sulla nuova legge elettorale. Spending review - Monti parla poi dello scontro tra governo ed enti locali sulla spending review: "Gli Enti locali alzano i toni ma lo fanno perchè per ogni persona e istituzione il cambiamento è un processo difficile e faticoso. Il cambiamento - ha aggiunto - è facilitato dall'esistenza di situazioni di crisi. Il nostro compito è stato, in questa fase, di spremere il massimo in termini di capacità di trasformazione che una crisi comporta, per ammodernare l'economia italiana e farla pesare meno sul contribuente in prospettiva futura. Gli Enti locali hanno partecipato al processo. L'obiettivo è stato non penalizzare ma stimolare al risparmio, sono stati calcolati i costi mediani per l'acquisto di beni e servizi e si è chiesto di ridurre dei costi, ove  possibile. Il processo è faticoso, è in corso ma credo che siamo sulla buona strada". L'accorpamento delle province, garantisce infine il Professore, "si farà: dal primo gennaio del 2013 ci saranno 43 Province, incluse le città metropolitane, rispetto alle 107 attuali, è un bel ridimensionamento".

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