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Spendiamo un miliardo in auto bluE nessuno vuole tagliarle

Lucia Esposito
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  di Tommaso Montesano I numeri fanno spavento. Nel 2011 la spesa complessiva sostenuta della Pubblica amministrazione per la gestione del proprio parco auto è stata pari a un miliardo e 220 milioni di euro. In un anno, le vetture pubbliche hanno percorso 700 milioni di chilometri. E dal computo sono escluse le targhe speciali e quelle appartenenti ai corpi di polizia e alle Forze armate.  E dire che Filippo Patroni Griffi, ovvero il ministro della Pubblica amministrazione cui si deve la pubblicazione dei dati, vede nel risultato il classico bicchiere mezzo pieno. Certo, ha ammesso il successore di Renato Brunetta a Palazzo Vidoni, «la Pa può e deve fare di più», ma intanto vale la pena accontentarsi. Merito, dice Patroni Griffi, dei 280 milioni di euro risparmiati grazie alle riduzione delle autoblu, «le auto assegnate a persone o comunque condotte da autisti. I risultati di questi ultimi due anni portano nelle casse dello Stato un piccolo tesoretto grazie all'impegno profuso in questi mesi». Patroni Griffi glissa Il ministro si riferisce, però, ad appena il 13% del parco auto complessivo, appunto quello che riguarda le cosiddette “autoblu”. In questo settore, in base al monitoraggio della spesa realizzato attraverso il Formez, si è registrata una diminuzione dei costi di 125 milioni di euro sulle auto di servizio e 83 milioni di euro sulle autoblu in senso stretto (quelle assegnate ad personam e comunque con autista). Da sole, hanno fatto registrare una diminuzione di spesa pari al 40% del risparmio totale. Si tratta, però, di una goccia nel mare visto che in termini complessivi, rispetto al 2009, la spesa è scesa di appena il 16%. E questo nonostante vi fosse l'obbligo - sancito dalla manovra finanziaria per il 2011-2012 - di non effettuare spese superiori all'80% della spesa sostenuta nel 2009. «La riduzione sarebbe dovuta essere, in termini percentuali, di venti punti», ammette Patroni Griffi, «ci siamo fermati a sedici che è un risultato importante, ma non è l'obiettivo raggiunto. Tanto più che per l'anno prossimo il target da conseguire è meno 50%. Proprio per questo proseguiremo il monitoraggio e investiremo l'ispettorato della Funzione pubblica del compito di verificare le amministrazioni che si sottraggono ai controlli. L'auto pubblica, salvo casi specifici e determinati, deve avere  funzioni di servizio e non di rappresentanza o, peggio, di esibizione di  status». Finora, infatti, sono numerosi gli Enti che l'hanno fatta franca. Il 44% delle amministrazioni è in ritardo sull'adozione del piano di risanamento. La maggiore percentuale di riduzione del parco auto è stata riscontrata in Friuli Venezia Giulia (-31%), seguita da Toscana (-25%), Veneto (-23%), Emilia Romagna (-22%) e Puglia (-20%). Le maglie nere spettano alla Sardegna e all'Abruzzo, dove la percentuale di risparmio è stata inferiore al 10% (-8% in Sardegna e -7% in Abruzzo). Non solo. Gli Enti territorali del Nord e del Centro hanno partecipato al monitoraggio con percentuali superiori rispetto agli Enti del Sud. Entrando nel dettaglio dell'indagine realizzata dal Formez si scopre che le amministrazioni che hanno realizzato i risparmi, includendo anche le spese per il personale, sono state l'81,6%. Di queste, però, solo il 31,4% ha raggiunto o superato la quota di risparmio prevista dalla legge. Il 18,4% degli Enti, infatti, ha aumentato la spesa e il 6,1% l'ha fatto di oltre il 20%. Il “caro personale” Nel complesso, considerando tutte le tipologie di auto, ad incidere di più sulla riduzione della spesa è stata la contrazione dei costi di due voci: l'acquisto in proprietà (meno 32% con un risparmio di circa dieci milioni di euro) e la gestione (meno 20% sulle uscite per stazionamento, rimborsi spese e buoni taxi). In termini assoluti, il risparmio maggiore è nella spesa per il personale, principalmente autisti (-17,9%). Ciononostante, del miliardo e 220 milioni di euro spesi nel 2011 per il parco auto pubblico oltre il 73% è servito a coprire proprio il costo del personale (sia di guida che addetto alla gestione). Aumentano, invece, le uscite per il noleggio, cresciute del 7,3%  (pari a 3,5 milioni di euro per il biennio), a seguito della decisione delle amministrazioni pubbliche di detenere sempre meno auto in proprietà. Anche Montecitorio ha le sue autoblu. Solo cinque, comunica la presidenza della Camera. Tutte con i rispettivi autisti. Di queste, tre sono destinate a Presidenza, Antimafia e Copasir. Le altre 39 sono gestite, fa sapere Montecitorio, dai rispettivi gruppi parlamentari. Ma poi ci sono i parlamentari sotto scorta, una settantina. Un numero elevato che grava sulle spalle delle Forze dell'ordine, già costrette a fare i conti con i tagli di 7mila posti predisposti dal ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, entro il 2015.  

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