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Casini rimanda la Cosa BiancaAdesso non è il momento

Il grande centro rallenta la sua corsa: meglio agire a ridosso delle elezioni per non mettere in difficoltà il governo

Lucia Esposito
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l grande centro rallenta la sua corsa. Dopo il forfait di Luca di Montezemolo e la non disponibilità a candidarsi da parte di Raffaele Bonanni, ora è lo stesso Pier Ferdinando Casini a frenare. «La cosa bianca si farà, ma senza fretta, di sicuro non a ottobre», dice l'ex presidente della Camera in un'intervista alla Stampa. Il motivo? Secondo Pier meglio agire più a ridosso delle elezioni, anche per non mettere in difficoltà il governo. Il coinvolgimento di alcuni esponenti dell'esecutivo nel progetto (da Corrado Passera ad Andrea Riccardi), infatti, potrebbe creare problemi al governo Monti.  Prendiamo Passera, per esempio. Un suo impegno diretto in politica già in autunno renderebbe il suo ruolo ambiguo: da una parte ministro del governo in carica e dall'altra uno dei leader di un movimento che, seppure nel solco dell'agenda Monti, si prepara a soppiantare lo stesso esecutivo. «Non bisogna indebolire o delegittimare Monti. E vorremmo evitare l'effetto Veltroni, quando la nascita del Pd segnò la fine anticipata di Prodi. Quindi meglio muoversi in prossimità della data del voto», spiegano dalla sede del partito centrista. Nel frattempo sempre Casini lancia a tutte le forze politiche «un patto del rigore per il dopo Monti». Ovvero chiunque vincerà le prossime elezioni dovrà impegnarsi a rispettare un'agenda economica stabilita in precedenza. Dal Pdl, nel frattempo, continuano i colpi di cannone verso la “cosa casiniana”. I falchi del partito berlusconiano negli ultimi giorni a turno hanno sparato contro il grande centro. «Sulle alleanze Casini deve mettersi d'accordo con se stesso», ha detto ieri il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Mentre una sponda al leader centrista arriva dalle colombe. Franco Frattini, per esempio, sottolinea come «non si può escludere la grande coalizione». Mentre «con Casini ci sono più convergenze che divergenze». Segno che un pezzo di Pdl non ha rinunciato alla possibilità di allearsi con Pier. I centristi ascoltano e abbozzano. «Siamo diventati l'ossessione del Cavaliere. Al Pdl diciamo: grazie di esistere!», dice una nota sul sito del partito. Mentre per Savino Pezzotta «le reazioni del Pdl confermano che la nostra strada è giusta». E poi aggiunge: «Il partito di Berlusconi ci attacca solo per nascondere la sua sconfitta e il momento di difficoltà».  

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